Sondaggio Ipsos 25 luglio: la Lega al 23,1%. Meloni ora è a soli 5 punti da Salvini. M5S in crescita

Il governo trae beneficio in termini di consenso dall’accordo sul Recovery Fund.
È quanto emerge dall’ultimo sondaggio dell’istituto Ipsos per “Il Corriere della Sera”.
«Infatti, l’indice di gradimento dell’esecutivo fa segnare un aumento di 4 punti, passando da 57 a 61, il livello più elevato del Conte II. Anche il gradimento del premier fa segnare un aumento passando da 63 a 65, avvicinandosi al picco di 66 raggiunto in aprile, nel pieno dell’emergenza sanitaria. Stessa tendenza per i leader e i capidelegazione della maggioranza, mentre quelli dell’opposizione fanno segnare una sostanziale stabilità rispetto al mese di giugno», spiega il direttore dell’istituto Nando Pagnoncelli.
«Riguardo agli orientamenti di voto, si registra una significativa riduzione (-3,9%) dell’area grigia costituita da astensionisti e indecisi che ritorna al di sotto del 40%. La Lega, pur mantenendosi al primo posto con il 23,1%, subisce una flessione (-0,9%) ed è seguita dal Pd, anch’esso in calo (-0,8%), che con il 19,6% si riporta ai valori di fine febbraio. Al terzo posto si colloca il M5S con il 18,9% (+0,9%), quindi FdI che fa segnare una crescita di 1,7% attestandosi al 18% (il miglior risultato di sempre nei sondaggi), e Forza Italia con il 6,9% (-0,3%). Alle loro spalle si collocano quattro forze politiche con valori compresi tra 2,5% e 2,9%: si tratta di Sinistra Italiana-Articolo uno con il 2,9% (+0,6%) alla pari con Europa Verde (+1%), Azione (-0,3%) e Italia Viva (-0,4%) entrambe con il 2,5%», fa sapere il sondaggista.
«Sono dati interessanti alla luce della possibile adozione della nuova legge elettorale (il Germanicum), in discussione alla Camera, basata su un sistema proporzionale che potrebbe prevedere una soglia di sbarramento pari al 3%. Sorge il dubbio che a differenza delle circostanze in cui si affermò il cosiddetto «voto utile», in prospettiva potrebbe prevalere l’obiettivo di far superare la soglia di sbarramento alle forze minori, nella speranza che possano risultare decisive nella formazione delle diverse maggioranze di governo», osserva Pagnoncelli.