Scatti di anzianità: non farti imbrogliare dal datore di lavoro | Fai i tuoi calcoli: ecco come

Non tutti sono a conoscenza degli scatti di anzianità, poiché alcuni datori di lavoro non li applicano in maniera disonesta: cosa sono.

Nella dura realtà del mondo del lavoro, gli scatti di anzianità, concepiti come un riconoscimento graduale dell’esperienza e della fedeltà di un dipendente, stanno diventando sempre più una leggenda, lasciando i lavoratori anziani inaspettatamente esclusi dai frutti del loro impegno. Solitamente, quando firma un contratto di lavoro, spesso, con quella firma nascono speranze e aspettative di crescita per il futuro, e gli scatti di anzianità rappresentano un elemento chiave di questa visione.

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Quando gli scatti di anzianità vengono omessi in busta paga – (Notiziapolitica.it)

Tuttavia, troppo spesso, questa promessa contrattuale non viene mantenuta, poiché alcuni datori di lavoro evitano di applicare tali incrementi salariali per presunti motivi di “risparmio. A subirne le conseguenze però, è il lavoratore, che talvolta ignaro dell’esistenza di questo diritto, si vede una busta paga che non aumenta con il passare del tempo. A tal proposito, l’informazione è indubbiamente il primo passo per la consapevolezza e per richiedere le eventuali maggiorazioni fino a quel momento negate.

Scatti d’anzianità: quando si applicano e come fare il calcolo

Non è detto che un datore di lavoro non abbia applicato gli scatti di anzianità in busta paga; per questo motivo è necessario conoscerli e saperli individuare. Innanzitutto, gli scatti di anzianità si applicano in base all’anzianità di un dipendente nello stesso posto di lavoro e vengono riconosciuti solitamente ogni biennio o triennio di lavoro, in base al CCNL di riferimento.

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Cosa sono e come si calcolano gli scatti di anzianità – (Notiziapolitica.it)

Gli scatti di anzianità vengono applicati esclusivamente a contratti subordinati, determinati ed indeterminati. Questi, dunque, non valgono per i lavoratori autonomi, occasionali o a chiamata. La legge stabilisce che, nel momento in cui termina un contratto e successivamente si è riassunti, l’anzianità inizia da capo, come nel caso in cui si cambia lavoro o azienda.

In busta paga è possibile verificare la maturazione degli scatti di anzianità. Come accennato in precedenza, queste somme vanno ad aggiungersi al calcolo della retribuzione mensile del dipendente. Di conseguenza, la somma è indicata in busta paga, generalmente separata dallo stipendio base ed evidenziata come aumento salariale specifico.

Per calcolare il prossimo scatto in busta paga è necessario venire a conoscenza di alcune informazioni. In primo luogo, scoprire qual è la paga minima contrattuale nella propria categoria: di solito, l’ammontare dello scatto corrisponde al 4% della paga base contrattuale, che varia, naturalmente, di professione in professione. Successivamente, moltiplicare la paga minima per il 4%: il risultato è il valore del primo scatto di anzianità. Infine, bisogna essere a conoscenza della data di riferimento: gli scatti di anzianità vengono conteggiati a partire dalla data di assunzione indicata sul contratto.

Quando un dipendente presta servizio presso una stessa azienda ha diritto a ricevere dieci scatti triennali. Per la precisione, un lavoratore ha diritto a uno scatto di anzianità ogni 3 anni e per un numero totale di 10 scatti.

  • 1° livello: 24,84 euro;
  • 2° livello: 22,83 euro;
  • 3° livello: 21,95 euro;
  • 4° livello: 20,66 euro;
  • 5 livello: 20,30 euro;
  • 6 livello: 19,73 euro;
  • 7° livello: 19,47 euro;

Ovviamente tale tabella è solo un esempio puramente indicativo, in quanto, come detto in precedenza, dipende tutto dal contratto, nonché dalle eventuali modifiche del CCNL.

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