Non tutti sono a conoscenza degli scatti di anzianità, poiché alcuni datori di lavoro non li applicano in maniera disonesta: cosa sono.
Nella dura realtà del mondo del lavoro, gli scatti di anzianità, concepiti come un riconoscimento graduale dell’esperienza e della fedeltà di un dipendente, stanno diventando sempre più una leggenda, lasciando i lavoratori anziani inaspettatamente esclusi dai frutti del loro impegno. Solitamente, quando firma un contratto di lavoro, spesso, con quella firma nascono speranze e aspettative di crescita per il futuro, e gli scatti di anzianità rappresentano un elemento chiave di questa visione.
Tuttavia, troppo spesso, questa promessa contrattuale non viene mantenuta, poiché alcuni datori di lavoro evitano di applicare tali incrementi salariali per presunti motivi di “risparmio“. A subirne le conseguenze però, è il lavoratore, che talvolta ignaro dell’esistenza di questo diritto, si vede una busta paga che non aumenta con il passare del tempo. A tal proposito, l’informazione è indubbiamente il primo passo per la consapevolezza e per richiedere le eventuali maggiorazioni fino a quel momento negate.
Scatti d’anzianità: quando si applicano e come fare il calcolo
Non è detto che un datore di lavoro non abbia applicato gli scatti di anzianità in busta paga; per questo motivo è necessario conoscerli e saperli individuare. Innanzitutto, gli scatti di anzianità si applicano in base all’anzianità di un dipendente nello stesso posto di lavoro e vengono riconosciuti solitamente ogni biennio o triennio di lavoro, in base al CCNL di riferimento.
Gli scatti di anzianità vengono applicati esclusivamente a contratti subordinati, determinati ed indeterminati. Questi, dunque, non valgono per i lavoratori autonomi, occasionali o a chiamata. La legge stabilisce che, nel momento in cui termina un contratto e successivamente si è riassunti, l’anzianità inizia da capo, come nel caso in cui si cambia lavoro o azienda.
In busta paga è possibile verificare la maturazione degli scatti di anzianità. Come accennato in precedenza, queste somme vanno ad aggiungersi al calcolo della retribuzione mensile del dipendente. Di conseguenza, la somma è indicata in busta paga, generalmente separata dallo stipendio base ed evidenziata come aumento salariale specifico.
Per calcolare il prossimo scatto in busta paga è necessario venire a conoscenza di alcune informazioni. In primo luogo, scoprire qual è la paga minima contrattuale nella propria categoria: di solito, l’ammontare dello scatto corrisponde al 4% della paga base contrattuale, che varia, naturalmente, di professione in professione. Successivamente, moltiplicare la paga minima per il 4%: il risultato è il valore del primo scatto di anzianità. Infine, bisogna essere a conoscenza della data di riferimento: gli scatti di anzianità vengono conteggiati a partire dalla data di assunzione indicata sul contratto.
Quando un dipendente presta servizio presso una stessa azienda ha diritto a ricevere dieci scatti triennali. Per la precisione, un lavoratore ha diritto a uno scatto di anzianità ogni 3 anni e per un numero totale di 10 scatti.
- 1° livello: 24,84 euro;
- 2° livello: 22,83 euro;
- 3° livello: 21,95 euro;
- 4° livello: 20,66 euro;
- 5 livello: 20,30 euro;
- 6 livello: 19,73 euro;
- 7° livello: 19,47 euro;
Ovviamente tale tabella è solo un esempio puramente indicativo, in quanto, come detto in precedenza, dipende tutto dal contratto, nonché dalle eventuali modifiche del CCNL.