Santori (Sardine): «Definire un campo antisovranista che vada da Renzi a Di Maio»

Alle Regionali «non ci saranno liste delle Sardine. Noi siamo un enzima che vuole fare pressione dal basso perché ci sia unità nel campo progressista».
Lo ha detto il leader del movimento delle Sardine, Mattia Santori, in un’intervista ad “Avvenire”.
«Si tratta di elezioni molto complicate, con peculiarità in ogni Regione. La settimana prossima incontreremo i coordinamenti regionali: c’è autonomia nelle scelte, non è da escludere che si scelgano approcci diversi a seconda della Regione, ma sarebbe meglio avere una linea univoca delle sardine a livello nazionale. Ad oggi chiediamo unità alle forze di progresso, sul modello dell’Emilia Romagna. Nelle competizioni regionali, è centrale la coalizione più che il candidato presidente. La capacità di aggregare è una cosa molto da Sardine, ci spenderemo per questo», ha spiegato Santori.
Alleanze che vadano da Renzi a Di Maio? «Si, possono essere questi i confini politici. Ma quello di coalizione è un concetto che si allarga alla società civile. Se c’è capacità di aggregazione, di stare insieme, di definire un campo chiaro anti-sovranista e non populista, si recuperano tante persone che oggi sono senza rappresentanza. Nessuna pregiudiziale», sui candidati a governatore.
A chi accusa le sardine di essere rimaste ferme durante il lockdown, Santori ha risposto: «Noi non facciamo politica pubblicando le foto dei gattini sui social».
«Le Sardine sono una casa in cui accogliere tutte le persone che vogliono arredarla, in cui intercettare quelle voci trasversali che spesso si presentano divise. C’è un vuoto di rappresentanza non solo a sinistra, ma anche nel mondo cattolico, nel Terzo settore. Tante risorse ed esperienze cercano sbocchi per farsi sentire e non li trovano. Questo è il nostro lavoro. Noi a Bologna siamo figli di Dossetti. Ci accomuna con il mondo cattolico la centralità della persona, il valore etico delle azioni quotidiane. C’è una visione antropologica e culturale che condividiamo. E per noi papa Francesco è una guida, un’icona. Ma non pretendiamo certo di rappresentare tutti e tutte le sensibilità», ha detto Santori.