Migranti: gli influencer spingono i giovani nordafricani a raggiungere l’Europa

Sul web stanno spopolando i video di Zouhir Bounou , un videoblogger marocchino che documenta i suoi viaggi da sans-papiers.
Su YouTube posta con lo pseudonimo di Zizou Vlogs, su Snapchat con marroquino95, arrivando anche a un milione di visualizzazioni. Riprende il percorso che effettua per entrare illegalmente in vari Paesi: l’ultimo video è quello per arrivare negli Stati Uniti, dove è arrivato dopo aver attraversato illegalmente altri dieci confini.
“I migranti nordafricani condividono da tempo consigli su come entrare illegalmente in Europa e in America. Sui social media offrono una visione romantica della vita dall’altra parte del viaggio. Questi post hanno incoraggiato centinaia di migliaia di nordafricani a intraprendere l’haraga, o migrazione illegale – spiega l’Economist -. Ora vlogger (videoblogger, ndr) come Zizou stanno trasformando i loro viaggi in divertimento. E potrebbero invogliare una nuova generazione a fare le valigie e andarsene”.
I video degli influencer-migranti contengono informazioni sulle rotte, sulle forze dell’ordine che accettano tangenti per chiudere un occhio alla frontiera, e nei commenti si trovano anche numeri e indirizzi di trafficanti o consigli su come evitare l’espulsione in caso che si venga scoperti, per esempio dichiarare di essere un minorenne libico.
“Aiuto i nordafricani a superare la barriera della paura e a realizzare il loro sogno di raggiungere l’Occidente”, afferma Murad Mzouri, ex venditore di vestiti in Marocco, ora vlogger da un milione di visualizzazioni al mese, che ne ha fatto un lavoro.
Secondo i ricercatori Matthew Herbert e Amine Ghoulidi, che scrivono sul sito dell’Istituto per gli studi sulla sicurezza – un’organizzazione africana per rafforzare la sicurezza umana nel continente – i social media incentivano l’emigrazione, anche perché i giovani nordafricani di diverse nazionalità interagiscono tra loro perché capiscono i rispettivi dialetti arabi (che invece sono poco compresi dalle autorità di controllo occidentali).
“È all’interno di questo grande ecosistema mediatico accessibile a livello regionale che sono sorti contenuti specifici per l’immigrazione irregolare. In primo luogo, con video su YouTube o live-streaming su piattaforme come WhatsApp, FaceTime, Instagram Live e Facebook, questi contenuti guidano la migrazione e la rendono possibile – spiegano Herbert e Ghoulidi -. Attraverso video blog giornalieri o settimanali e altri post sui social media, gli emigrati maghrebini in Europa offrono una rappresentazione per lo più romantica del continente. L’Europa è ritratta come pulita, sicura e piena di opportunità economiche e sociali. Le interazioni con i funzionari governativi sono descritte come eque ed efficaci. Questi video costruiscono essenzialmente una visione dell’Europa che è l’antitesi della realtà quotidiana per molti nel Maghreb”.