Mafia, nuove accuse verso l’ex deputato regionale Ruggirello (PD): “50 mila euro al boss in cambio di voti”

“Hanno parlato per un’ora chiusi in stanza, poi Pietro Virga mi ha raccontato che avevano chiuso un accordo elettorale per 50mila euro”.
Quelli chiusi nella stanza sono l’erede del capomafia di Trapani e l’ex deputato regionale siciliano del Pd, Paolo Ruggirello. A raccontarlo agli inquirenti è Pietro Cusenza, arrestato assieme ai due, nell’ambito dell’operazione Scrigno.
“Sono stato io ad accompagnare Pietro Virga a quell’incontro” ha dichiarato Cusanza, per poi esporre agli inquirenti tutto ciò che il boss Virga gli ha successivamente raccontato, ovvero di un accordo raggiunto con Ruggirello per 50mila euro, ventimila subito e poi due tranche da quindicimila euro.
Secondo il racconto di Cusenza a fare da intermediario sarebbe stato Carmelo Salerno, capomafia di Paceco, che rientrava nell’accordo e avrebbe trattenuto per sé una parte di denaro. Quando Ruggirello versò i primi ventimila euro, ai Virga ne arrivarono soltanto quindici e questo fece nascere un diverbio con il presunto boss di Paceco.
“Poi Ruggirello ritardò a consegnare la seconda parte” continua Cusenza, questo fatto comportò la rottura dell’accordo con i Virga, che non persero tempo e appoggiarono l’altra candidata Ivana Inferrera.
Ruggirello, accusato di associazione mafiosa, si trova in carcere. Secondo la Dda, il politico non era un concorrente esterno ma “ha preso parte all’associazione denominata Cosa nostra, quale politico destinatario delle preferenze elettorali”, mettendo a disposizione “l’influenza e il potere derivanti anche dalla sua posizione di deputato dell’Ars”.
Cusenza ha detto ai Pm di “non essere un mafioso” e di aver goduto di credibilità nel mondo criminale perché il padre lavorava nel movimento terra ed era amico del boss di Trapani, Vincenzo Virga, arrestato da latitante nel 2001 e da allora detenuto nel carcere di Opera.