Emilio Fede dopo l’arresto di Napoli: «Ho avvertito i carabinieri di Segrate informandoli che mi muovevo per ragioni di salute e sarei rientrato dopo tre giorni»

«Sono massacrato. Non pensavo che la mia vicenda fosse così popolare. Pazzesco. Ho addirittura dovuto fare delle dichiarazioni in favore dei carabinieri, perché non mi andava che si speculasse contro di loro. Quelli che hanno agito sono proprio dei cretini».
Queste le parole di Emilio Fede dopo l’arresto di Napoli.
Alla domanda su chi ha dato l’ordine di arrestarlo, l’ex direttore del Tg4 ha risposto: «È come se mi chiedesse cosa ho fatto alle 7 del mattino di venti anni fa. Non lo so. So solo che è stata una cosa terribile. I carabinieri adesso tentano di smentire dicendo che erano solo in due. No. Erano in quattro, tra cui un tenente. Il tenente e due carabinieri erano con me, e uno è andato all’hotel Villa Lucia. Hanno fatto una boiata. Sono impazziti. Ho dovuto fare delle dichiarazioni in loro difesa perché alla fine mi spiace… Scusi, adesso devono farmi un’iniezione al cortisone perché non ho più voce per tutte le interviste che ho dovuto fare…».
Fede ha poi raccontato la sua versione dei fatti:
«Al tavolo del ristorante a Napoli, dove volevo festeggiare gli 89 anni, eravamo solo io e mia moglie, ma nel salone c’erano altre cento persone. Stavo con lei quando è venuto un amico e mi ha sussurrato: è meglio se andiamo di là. Perché?, ho chiesto io. Sai, ci sono i carabinieri che vogliono parlare con te, mi ha risposto. E per che cosa? Per evasione! Cose da pazzi».
A Fede era permesso andare a Napoli da Milano? «Dovevo aspettare l’assegnazione ai servizi sociali, ma in ogni caso sono previste delle condizioni di urgenza che permettono lo spostamento, e tra queste condizioni ci sono le ragioni di salute. Io, essendo stato operato alle vertebre, ho bisogno del bastone per camminare. In più, ho avvertito i carabinieri di Segrate informandoli che mi muovevo per ragioni di salute e sarei rientrato dopo tre giorni. Prima di partire ho mandato un messaggio al comandante dei carabinieri scrivendo: caro comandante, sempre con affetto e rispetto, per via della gamba che mi fa impazzire, parto per curarmi. Ne approfitto per cenare con mia moglie per il mio compleanno. Ho scritto e avvertito, anche se poi l’osteopata ha avuto un lutto e ha chiuso per qualche giorno. Inoltre ad aprile il tribunale di sorveglianza di Milano mi aveva concesso una detrazione di 45 giorni di pena a titolo di liberazione anticipata. Oggi il medico che mi ha visitato mi ha detto: lei ha un’aritmia che non mi piace. Deve riposare. Sono sconvolto da quel che può accadere in questo Paese», ha spiegato il giornalista.