Mutui: cosa succede se la banca fallisce o in caso di separazione o divorzio

I mutui sono la soluzione ideale per l’acquisto casa, ma cosa accade in caso di fallimento della banca o in caso di separazione o un divorzio.

L’idea di dover sottoscrivere un finanziamento di durata pluridecennale non può che fare paura, anche se nel momento in cui si sottoscrive l’accordo non si hanno particolari insicurezze sul piano economico. In un periodo come quello che stiamo vivendo, nemmeno un contratto a tempo indeterminato può rendere del tutto sicuri, soprattutto se si lavora in un’azienda che opera in un settore dove si deve a che fare con la crisi.

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È difficile prevedere cosa possa accadere per tutta la durata del mutuo – (Notiziapolitica.it)

Ponderare ogni passo è quindi inevitabile, anzi sono in tanti a presentarsi in più istituti di credito per ricevere diverse proposte per i mutui e valutare quella che si ritiene possa essere più conveniente. A volte non è detto che quella migliore sia quella che arriva dalla propria filiale. A generare ansia sono però anche eventuali imprevisti che possono verificarsi nel tempo e indipendenti dalla propria volontà.

La banca fallisce: e i mutui?

I mutui sono una delle forme di finanziamento più concessi dalle banche, che valutano ovviamente pro e contro del dipendente prima di dare parere favorevole. È ovviamente necessario che il richiedente dia le opportune garanzie per poterlo ottenere, proprio per questo uno dei requisiti è dato dalla necessità di dimostrare di avere un contratto a tempo indeterminato.

Anche l’istanza di chi ha partita IVA può essere presa in considerazione, ma in questo caso è necessario che ci possa essere qualcuno che faccia da garante in modo tale che l’istituto di credito possa sentirsi al sicuro.

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La banca deve tutelare gli interessi dei suoi clienti – (Notiziapolitica.it)

Prevedere cosa possa accadere per tutto l’arco di tempo in cui si deve saldare il debito è ovviamente impossibile, non solo per l’utente ma anche per la stessa banca. Quali sarebbero le conseguenze se dovesse fallire? Si tratta di un’eventualità rara, ma che non può essere esclusa del tutto, per questo è bene capire quali possano essere le conseguenze. A livello normativo, come è giusto che sia, si punta a tutelare il consumatore e i suoi risparmi.

Nella maggior parte dei casi la banca viene acquisita da un altro gruppo già quando emergono le prime difficoltà. Se questo dovesse accadere, non sono previste conseguenze di alcun tipo per i mutuatari, a eccezione del nome del creditore. Qualora questo non si verificasse, scatta quella che viene definita amministrazione straordinaria, guidata dal Tribunale, che serve a poter recuperare i crediti dei clienti.

Non sono previste modifiche per quanto riguarda durata, rata mensile e tasso di interesse. Se ci dovessero essere però problemi a saldare l’importo, è possibile richiedere la surroga, ovvero il trasferimento dei mutui da una banca all’altra a condizioni più vantaggiosa.

E in caso di separazione e divorzio?

Spesso a stipulare i mutui sono le coppie, non necessariamente sposate, che scelgono di cointestare il finanziamento in modo tale da poter suddividere le spese, ma allo stesso tempo essere entrambi proprietari dell’immobile. Anche in questo caso appare difficile fare previsioni per il futuro, l’eventualità che i due possano separarsi, per poi arrivare a un divorzio non può essere esclusa.

Quali sono le conseguenze? La separazione non porta ovviamente all’estinzione del debito, entrambi sono chiamati a continuare a saldare l’importo. La soluzione più semplice consiste quindi nel continuare a pagare, soprattutto se la separazione è consensuale e mancano pochi anni all’estinzione del debito. Non sempre si riesce però a raggiungere un accordo in merito, in questi casi spetta al giudice stabilire come ci si debba muovere in modo tale da non risultare inadempiente con la banca. È possibile comunque prendere in considerazione anche altre soluzioni:

  • estinzione anticipata del mutuo: uno dei due coniugi può decidere di saldare il debito in via definitiva. È adatta quando mancano poche rate e si può decidere di cedere la proprietà a un figlio;
  • vendita dell’immobile: nessuno dei due decide di restare ad abitare in quella casa, per questo si può decidere di venderla in modo tale che spetti all’acquirente continuare a pagare;
  • accollo interno: uno dei due coniugi si prende carico del pagamento del mutuo, anche senza la necessità di ottenere parere positivo dalla banca;
  • accollo esterno: uno dei due coniugi esce dal contratto, in questo caso è però necessario ci sia il consenso da parte della banca.
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