Si può perdere il posto pubblico per un post sui social? Attenzione a cosa si pubblica: si rischia grosso

Con le nuove normative, introdotte dal governo l’anno scorso, un passo falso online può avere conseguenze reali e gravi.

Negli ultimi giorni l’opinione pubblica italiana è stata scossa dalla notizia di un insegnante che ha condiviso sui social un post pieno di invettive e parole molto dure nei confronti dei suoi studenti, parlando addirittura di voler “dare fuoco” ad alcuni di loro. Parole che hanno lasciato sgomenti sia i suoi stessi studenti, sia l’intero mondo della scuola, e che il dirigente scolastico della scuola in cui lavora ha promesso di voler perseguire in tutti i modi possibili.

Si può essere licenziati per un post sui social
I comportamenti negativi sui social network hanno un riflesso significativo anche sulla nostra vita reale – (Notiziapolitica.it)

La vicenda riporta alla mente una questione ampiamente dibattuta nel mondo del lavoro, soprattutto in questi ultimi anni. In un mondo sempre più connesso, dove i confini tra vita privata e professionale sembrano sfumare, è fondamentale riflettere sull’impatto dei social media sulla nostra carriera, specialmente per i dipendenti pubblici.

Il comportamento sui social network ha sempre più impatto anche sulla nostra vita reale

Da luglio 2023, con l’entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 13 giugno 2023, che modifica il DPR 62/2013, i dipendenti pubblici italiani devono navigare in un ambiente normativo aggiornato che impatta significativamente l’uso dei social media e delle tecnologie informatiche. Questa nuova normativa solleva una domanda cruciale: è possibile perdere il proprio posto di lavoro a causa di un post sui social media?

Se si pubblicano contenuti inappropriati sui social si può essere licenziati
Le nuove norme di condotta emanate dal governo prevedono sanzioni per chi tiene un comportamento scorretto sui social -(Notiziapolitica.it)

La risposta è sì, e il motivo è radicato nell’articolo 11 bis del decreto, che stabilisce regole stringenti sull’uso delle tecnologie informatiche. Questo articolo enfatizza la necessità di un utilizzo consapevole e responsabile dei dispositivi elettronici personali, con un occhio particolare alla sicurezza dei dati e dei sistemi informatici. Per i dipendenti pubblici, questo significa che ogni azione online non è solo un riflesso personale, ma può essere interpretata come un’estensione del loro ruolo professionale.

L’articolo 11 ter del decreto si addentra ulteriormente nel delicato equilibrio tra espressione personale e responsabilità professionale. Vietando l’uso dei social media in modi che possano danneggiare l’immagine della Pubblica Amministrazione, pone un chiaro divieto di pubblicare messaggi oltraggiosi o dannosi per l’immagine della scuola o dell’ente di appartenenza. Ciò include non solo i post pubblici, ma anche i commenti, le reazioni e qualsiasi forma di interazione online che potrebbe essere interpretata come non professionale o dannosa per l’immagine dell’ente.

Un altro aspetto fondamentale del DPR 81/2023 è la formazione. Le nuove norme incoraggiano le istituzioni a implementare politiche specifiche per i social media e a fornire formazione obbligatoria sul codice di condotta e l’etica pubblica. Questo non solo aumenta la consapevolezza dei dipendenti sulle conseguenze delle loro azioni online, ma rafforza anche l’importanza del benessere organizzativo e della crescita professionale.

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