Google e Amazon nei guai: cosa si nasconde (davvero) dietro il successo dei giganti della Silicon Valley

Google e Amazon controllano il comportamento degli utenti e influenzano le loro scelte: dati pubblicati e poi cancellati.

Che Google e Amazon abbiano un potere gigantesco sulla nostra società è assolutamente sicuro, ma quanto è grande questo potere? Secondo alcuni molto più di quanto sia lecito: ha cercato di dimostrarlo  un articolo di Wired, secondo il quale Google altera i risultati di ricerca in maniera da indirizzare i click dei consumatori.

Google e Amazon nei guai
Google e Amazon controllano i consumatori ? – (Notiziapolitica.it)

Un altro filone di ipotesi ha sostenuto che Amazon sia in grado di “forzare” i prezzi degli articoli venduti sulla propria piattaforma “costringendo” di fatto i veditori a fare cartello senza nemmeno rendersene conto. Alla base di questo meccanismo che mette in vendita articoli a prezzi più bassi della concorrenza ci sarebbe il funzionamento di un algoritmo chiamato Nessie. Google e Amazon, ovviamente, hanno completamente rigettato qualsiasi tipo di accusa, affermando che si tratta di complete distorsioni della realtà delle cose. Qual è la verità?

Google a Amazon ci influenzano, ma come?

Lo scorso Ottobre Wired ha pubblicato un lungo articolo di Megan Gray, avvocato che ha analizzato a fondo il comportamento di Google nella compilazione delle pagine dei risultati di ricerca.

Google e Amazon nei guai
Non c’è modo di difendersi dagli algoritmi -(Notiziapolitica.it)

Secondo Gray Google inserisce all’interno dei risultati organici dei risultati associati a query commerciali che hanno usufruito del sistema di pubblicità di Google. Per fare un esempio facile, tra i risultati della ricerca “abbigliamento sportivo femminile” Google avrebbe mostrato in cima alla lista dei risultati prodotti sponsorizzati anziché attenersi a una semplice classificazione dei siti sulla base della pertinenza alla query.

All’utente però questo meccanismo non sarebbe segnalato e quindi non potrebbe rendersi conto che alcuni prodotti sono “spinti” più su nella classifica dei risultati di ricerca per questo motivo. Ovviamente da Google hanno negato tutto: “Google non elimina le query sostituendole con altre che monetizzano meglio” ha affermato Ned Adriance, portavoce di Google, che ha continuato anche affermando che “i risultati organici che vedono gli utenti non sono influenzati dai nostri sistemi pubblicitari”.

Meno comprensibile è invece la situazione di Amazon, che è stata colpita da una serie di azioni antitrust da parte del governo federale degli Stati Uniti. Secondo l’accusa, Amazon aumentava sistematicamente il prezzo dei propri prodotti forzando il normale andamento del mercato e costringendo gli utenti a pagare di più. Anche queste accuse ovviamente sono state respinte ma l’algoritmo responsabile di queste operazioni non è più in uso.

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