Discussioni tra colleghi di lavoro, rischi il licenziamento? La legge spiega tutto

Possiamo rischiare di essere licenziati se litighiamo con un collega di lavoro? Ecco cosa dice la legge su questo punto.

Spesso non facciamo troppo caso al fatto che «collega» viene dal latino colligare, ovvero collegare, mettere in collegamento (legare in origine vuol dire fissare con una corda). In altri termini vuol dire unire, congiungere. Ahinoi, purtroppo spesso e volentieri i collegamenti tra i colleghi sono tutt’altro che funzionanti.

Lite tra colleghi e possibilità di licenziamento secondo la legge
Licenziati per una lite tra colleghi? Ecco cosa prevede la legge – (Notiziapolitica.it)

Anzi, un grande classico sul luogo di lavoro sono proprio le comunicazioni interrotte e le liti tra colleghi per via di qualche divergenza di vedute o per incompatibilità di caratteri. Nulla di più facile, quando ci si vede quotidianamente in un contesto stressogeno come quello lavorativo, che nascano incomprensioni e battibecchi, a volte anche molto vivaci.

Ci vuole poco a pestarsi i piedi tra colleghi. Talvolta però il fisiologico livello di conflittualità supera il livello di guardia, dando luogo a furibondi litigi che potrebbero spingere il datore di lavoro a applicare una sanzione disciplinare. La punizione può spingersi, in caso di lite molto accesa, anche fino al licenziamento? Cerchiamo di capirlo.

Lite tra colleghi, quando si rischia il licenziamento

Solitamente a stabilire quale sia la sanzione disciplinare da applicare a ciascun comportamento illecito sono i contratti collettivi (CCNL). Praticamente impossibile però che questi esauriscano la casistica pressoché infinita dei comportamenti. In questi casi tocca al datore di lavoro commisurare la sanzione alla gravità della condotta.

Lite tra colleghi e rischio licenziamento
I contrasti lavorativi tra colleghi purtroppo non sono rari – (Notiziapolitica.it)

Il licenziamento però rappresenta davvero l’extrema ratio, che si applica soltanto nei casi in cui si è consumata la rottura definitiva del rapporto di fiducia tra datore di lavoro e lavoratore, al punto che il primo è spinto a presumere che il secondo non potrà più svolgere correttamente le proprie mansioni. In generale però la sanzione disciplinare da applicare in caso di lite tra colleghi è stabilita dal CCNL.

Normalmente i contratti collettivi stabiliscono che i litigi sul posto di lavoro, se non portano a “vie di fatto”, non possono arrivare fino al licenziamento. Piuttosto si prevedono sanzioni come il richiamo scritto o la sospensione, che comunque conservano al lavoratore litigioso il posto di lavoro. Tra i doveri del datore di lavoro c’è quello di valutare le motivazioni che hanno portato al contrasto tra i colleghi. Prima di prendere provvedimento disciplinari deve anche indagare su chi abbia fatto partire l’alterco.

Come detto, la giurisprudenza in più occasioni (dalla sentenza della Corte d’Appello di Firenze del 2013 a quella della Cassazione nel 2017) ha stabilito che può scattare il licenziamento solo in caso di litigi particolarmente gravi o quando i lavoratori dipendenti fanno ricorso alla violenza fisica. A meno che, in questo secondo caso, non siano stati costretti a difendersi da un’aggressione altrui.

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