Naspi e maternità 2024: attenzione a non confondere i vari casi

Tra Naspi e maternità vi sono diverse formule che vanno a contrapporsi ma non devono essere confuse, come i diritti in gravidanza.

La legge italiana fornisce un’indennità di disoccupazione a coloro che perdono il lavoro involontariamente o per giusta causa. Sebbene la Naspi sia un assegno mensile che viene corrisposto per un massimo di 24 mesi, vi sono alcuni casi in cui subentra la maternità. Che sia in contrapposizione con perdita del lavoro o nel caso in cui si entra in gravidanza durante il periodo di percezione della Naspi, è bene sapere come funziona e come ottenere il massimo dei benefici.

Maternità e Naspi
Maternità e Naspi: come funzionano le due indennità in base alla condizione – notiziapolitica.it

Cosa succede se si rimane incinte durante il periodo di Naspi? Oppure: si può ottenere la Naspi in caso di licenziamento volontario durante la maternità? Non esiste una risposta univoca per queste domande, bensì una valutazione differente che riguarda il caso specifico.

Naspi e maternità: i vari casi

Vi sono diverse formule che vanno a congiungere queste due condizioni, tutte con l’obiettivo di tutelare la gestante nel periodo di gravidanza, fino al primo anno di vita del bambino. Se, per esempio, una donna lavoratrice rimane incinta, a lei spettano 5 mesi di astensione obbligatoria. Solitamente, questo periodo si traduce in due mesi prima della nascita e tre mesi dopo, ma è possibile variare: un mese prima e quattro dopo. Nel caso in cui si percepisce la Naspi, la genitrice è comunque tutelata. Si può accedere all’indennità di maternità durante i 5 mesi di astensione obbligatoria, che sono l’80% della retribuzione dell’ultimo stipendio. In questo caso, la Naspi verrà sospesa per 5 mesi per poi essere ripresa.

Maternità e Naspi
Maternità e Naspi: le varie formule da non confondere – notiziapolitica.it

Nel caso in cui si perde il lavoro in gravidanza, vi sono diversi casi a cui si può fare riferimento. Per accedere all’indennità di maternità, è necessario che tra l’inizio della sospensione o della disoccupazione e quello del periodo protetto (i 5 mesi di astensione obbligatoria), non siano passati più di 60 giorni. Durante la gravidanza vige il divieto di licenziamento, ma se si richiedono le dimissioni volontarie, è possibile accedere al beneficio della Naspi.

In media, l’indennità alla disoccupazione può essere richiesta da coloro che perdono il lavoro involontariamente, ma anche dalle donne in gravidanza, fino al primo anno di vita del bambino, a patto che si rispettino i requisiti contributivi: negli ultimi 4 anni, almeno 13 settimane di contributi.

Infine, per coloro che vengono segnalate come maternità a rischio, possono accedere alla maternità anticipata. Lo stesso discorso vale per le dimissioni volontarie: coloro che entrano in maternità a rischio durante la percezione della Naspi potranno richiedere la sospensione del beneficio e ottenere l’indennità di maternità anche prima del termine del settimo mese. Dopo la fine dell’astensione obbligatoria di 5 mesi (al 3 mese di vita del bambino), torneranno a percepire la Naspi.

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