Sakura, connubio di amore e tradizione, la leggenda narra di un sentimento così potente, che nemmeno il tempo può distruggerlo.
Il termine Sakura è noto a molti, sia agli amanti della cultura giapponese, che ai profani che non lo hanno mai sentito nominare. La maggior parte però disconoscono che dietro una tradizione così amata, si nasconde un significato importante tramandato da una leggenda antichissima. Se l’amore può tutto, questa storia mette in chiaro anche fin dove può arrivare quello vero. L’Hanami è uno spettacolo indimenticabile, fiori, colori e brezza fresca, il paesaggio perfetto per innamorarsi perdutamente.
Non c’entra la stagione autunnale, ma un po’ di primavera nei cuori più freddi, non guasta mai. Durante la stagione primaverile accade un fenomeno famoso in tutto il mondo, l’Hanami. Si assiste alla fioritura dei ciliegi, chiamati Sakura, che delicatamente cadono dagli alberi inondando di nuance rosa e fucsia lo scenario circostante. In Giappone si assiste proprio a questo spettacolo della natura organizzandosi con teli, pic-nic e amori da confessare.
Ma perché si parla tanto di amore quando c’è in gioco l’Hanami? Dietro questo piacevole spettacolo frutto della natura, non c’è alcun intervento umano, ma una storia che narra come due amanti possano superare tempo, spazio e divergenze, pur di stare insieme.
Sakura, la spiegazione del mito: l’amore prima di tutto
La tradizione è di origine millenaria, “hana” significa fiori, “mi” vuol dire osservare. Appunto, si assiste alla fioritura che inizia ad Okinawa e finisce a Kyoto e Tokyo tra marzo e aprile. Come già detto le sfumature sono differenti, possono anche unirsi al bianco, la versione più nota ed apprezzata si chiama Somei Yoshino. Ci sono anche i Sakura invernali, i Prunus subhirtella autumnalis, quindi si può confermare che questa visione eterea accompagna tutto l’anno gli innamorati. Lo spiega la leggenda.
La leggenda che ruota attorno all’Hanami e ai Sakura risale ad un’epoca in cui le guerre tra feudi non facevano ben sperare ad una condizione di pace. La speranza per quest’ultima era ben lontana. Le lotte imperversavano ovunque, tranne in un bosco, in cui natura e animali vivevano serenamente. Nessun guerriero entrava per causa distruzione, ma c’era qualcosa che non andava. Un albero cresceva forte e solitario, nessun fiore lo accompagnava.
Davanti a tanta solitudine, anche perché nessun animale si avvicinava, la fata dei boschi si commosse e decise di fare un regalo all’albero. Renderlo un uomo per 20 anni, ma con un obiettivo. Entro lo scadere del tempo avrebbe dovuto provare un’emozione tanto grande da far scoppiare il cuore, altrimenti sarebbe morto per sempre, senza tornare ad essere un albero. Durante la sua esperienza da uomo, poteva tornare ad essere albero a suo piacimento, e questo accadeva spesso perché nel bel mezzo della guerra nessuna pace e nessuna speranza lo animarono.
Questo fino a quando non conobbe una ragazza gentile, Sakura. Lui si presentò come Yohiro, in giapponese “speranza.” Dopo esser diventati amici, lui però le confessa il suo amore, e lei rimane silenziosa. Triste, il giovane torna ad essere albero e ad aspettare lo scadere dei 20 anni, ma qualcosa cambia. Con grande sorpresa per Yohiro, Sakura decide di confessare il suo amore, e la fata dei boschi fa il suo ritorno.
Chiede alla ragazza quale fosse il suo desiderio, date le circostanze, e lei rispose di voler diventare un albero come il suo amato. Alla fine, i due amanti si fusero diventando un unico e solo arbusto, forte e solido, ma con fiori di ciliegio, Sakura, appena sbocciati.