Giorgia Meloni, la confessione a Bruno Vespa: l’attacco contro gli “inguaribili misogini”

Giorgia Meloni ha parlato di un argomento molto importante con Bruno Vespa. Che cosa ha detto in maniera aperta?

Il governo Meloni è stato soggetto a numerose critiche in questi mesi. Persino alcuni elettori sono arrivati a scagliarsi contro Giorgia Meloni, l’attuale premier italiana. Ma adesso sembra che sia più forte che mai. E le dichiarazioni fatte in trasmissione con Bruno Vespa confermano questa ipotesi.

Giorgia Meloni ha recentemente affermato che ha dei nemici disposti a fare di tutto per buttarla giù. La attaccano per ogni motivo possibile, non dandole il tempo di rispondere. Lei, però, si sente molto forte e non vuole farsi sottomettere da nessun avversario. Ne parlerà in maniera approfondita nel suo nuovo libro “il rancore e la speranza”, che uscirà nei prossimi giorni.

La premier d’Italia si confessa da Bruno Vespa: ecco quali sono state le sue dichiarazioni

Si definisce una persona determinata e impossibile da ricattare. Tuttavia capisce che le persone che hanno controllato l’Italia con il potere se la prendono. Inoltre parla anche dei finti litigi con Matteo Salvini, suo alleato e amico. Non sono mai avvenuti e non c’è prova che siano successi. Eppure la stampa afferma il contrario, ed è per questo che Giorgia Meloni ne ha parlato nel suo libro. Considera coloro che la attacca “degli inguaribili misogini”.

A tal proposito ha affermato che molte persone credono che la testa di una donna non sia in grado di reggere la pressione. Mette in mezzo l’esempio dei legislatori di molti anni fa, che credevano che le donne non potessero essere dei magistrati. Questo perché si pensava che, a causa del ciclo mestruale, non fossero in grado di ragionare bene quanto gli uomini.

Bruno Vespa ha anche chiesto alla premier la sua visione dei ministri. E la risposta non si è fatta attendere: non ha intenzione di cambiarli. Ha dichiarato che finirà la legislatura con lo stesso governo con cui la ha iniziata. Per lei sarebbe la prima volta nella storia repubblicana. Pertanto non vuole chiedere le dimissioni di nessun ministro.