Vitalizi, Di Maio contro Paniz: «Vogliono pure gli arretrati? Ancora una volta hanno ferito il Paese, che oggi subisce gli effetti del coronavirus»

Anche ieri «dichiarazioni e interviste di ex parlamentari che rivendicano il diritto, e la necessità, di riavere il vitalizio. C’è anche chi vorrebbe gli arretrati e magari pensa di chiedere gli interessi».
Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri ed ex capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio.
«Tra questi ci sono ex parlamentari che nella loro storia politica hanno più volte cambiato casacca, saltando da una parte all’altra con estrema semplicità», ha sottolineato Di Maio.
«Ce ne sono alcuni che sono stati in parlamento per pochi giorni», ha ricordato il ministro.
E ancora: «Poi ci sono quelli che adesso con “soli 3000 euro al mese” dicono di avere difficoltà economiche».
«La politica» ha osservato Di Maio «è passione, impegno, dedizione. Fare politica significa servire il proprio Paese, il proprio popolo. Nel corso degli anni invece c’è stato chi ha pensato solamente a guadagnare dalla politica. A trarne benefici e fare profitti.
Una politica abituata a privilegi inauditi che pian piano, una volta arrivati al governo, abbiamo eliminato. Per equità, per evitare ingiustizie sociali».
«Oggi, alla luce di una crisi senza precedenti che sta segnando la nostra vita, i rappresentanti delle istituzioni devono dare il buon esempio. E tra questi anche gli ex parlamentari. Pure loro dovrebbero avere la sensibilità politica e l’attaccamento alla propria Nazione. Mentre invece hanno dimostrato di essere solamente attaccati ai soldi.
Peccato, perché hanno ancora una volta ferito un Paese che per anni ha sofferto per le negligenze della politica e oggi subisce gli effetti del coronavirus», ha concluso Di Maio.
Maurizio Paniz, ex deputato di Forza Italia e legale di alcuni senatori che avevano fatto ricorso contro la delibera per l’annullamento dei vitalizi, ha spiegato nei giorni scorsi che «gli effetti sono almeno tre: il Senato può impugnare l’annullamento all’organismo di secondo grado, che in questo caso è il Consiglio di giurisdizione dello stesso Senato. Vanno risarciti gli arretrati, e la Camera potrebbe subire gli effetti di questa decisione».