Travaglio contro Di Maio: «Ora si scopre che, tra il lusco e il brusco, stringe la mano e parla segretamente al braccio destro di B.»

Fra i big dei 5Stelle «solo Di Battista plaude al premier, notando che parla come dovrebbe parlare un 5Stelle», mentre «colpisce soprattutto il silenzio di Luigi Di Maio».
Lo scrive Marco Travaglio nel suo editoriale di oggi nel quale spiega i motivi per cui il rischio di una crisi di governo è «concretissimo».
Travaglio riconosce che il «nuovo stile» di ministro degli Esteri di Di Maio è giusto perché non insegue più «il Cazzaro Verde nelle gare di rutti» in cui «perdeva sempre, perché il campione nazionale di quello sport è solo uno».
Tuttavia – osserva il direttore del Fatto Quotidiano – «un conto è parlare poco e soprattutto di affari internazionali, un altro è incontrare Mario Draghi e Gianni Letta senza spiegare il perché».
«Che c’entra» – si domanda Travaglio – «l’ex governatore Bankitalia ed ex presidente Bce con la Farnesina? E che ci azzecca il vecchio lobbista del Partito Mediaset, privo d’incarichi politici e istituzionali? Lo sanno anche i bambini scemi che Draghi è suo malgrado il candidato dei poteri forti per il governo di larghe imprese che nei loro sogni dovrebbe rovesciare il Conte 2; e che Letta sr. è l’emissario (reo confesso di una tangente e salvato dalla prescrizione) del pregiudicato B., delle sue aziende e delle sue trame per rientrare in gioco, farsi gli affari suoi nelle tv e nella fibra e magari scegliersi pure gli arbitri dell’Agcom».
«Due anni fa Di Maio si giocò la premiership per non stringere la mano pubblicamente né parlare privatamente a B.. Ora si scopre che, tra il lusco e il brusco, stringe la mano e parla segretamente al braccio destro di B.. Intanto, da dieci giorni, né lui né alcun altro big M5S dicono una parola contro la vergognosa riabilitazione di B. a opera di mezzo Pd, dell’Innominabile e dei giornaloni al seguito», scrive ancora il giornalista.