Silvia Romano, giallo sul riscatto pagato per la liberazione

È giallo sul riscatto per la liberazione di Silvia Romano, cooperante liberata ieri a 30 chilometri da Mogadiscio dopo il rapimento del 20 novembre 2018 nel villaggio di Chacama, a circa ottanta chilometri dalla capitale del Kenya Nairobi.
L’intelligence italiana finora non ha né confermato né smentito il riscatto, ma diversi giornali hanno tentato di ricostruire l’accaduto.
Il “Corriere della Sera” riporta che l’intelligence ha dato il “via libera all’ultima fase della trattativa” con i rapitori dopo aver avuto la certezza che Romano fosse viva ed è stato quindi autorizzato il “pagamento del riscatto”.
“Diplomazia e intelligence, coordinati dal direttore dell’Aise Luciano Carta, capiscono che il canale aperto per arrivare al gruppo fondamentalista di Al Shabab è buono”, si legge sul Corriere, “si procede, consapevoli che più passa il tempo più sale il prezzo del riscatto”.
“Gli emissari del gruppo”, riporta il Corriere, “fissano il prezzo finale, dopo i soldi versati per pagare i vari contatti. Per avere un’idea, nel 2012 la liberazione di un ostaggio inglese costò al suo paese l’equivalente di 1 milione e 200mila euro. Il problema non è il denaro da versare, ma avere la certezza di trattare con le persone giuste. Ecco perché ci si coordina con somali e turchi”.
Lo scambio è avvenuto a 30 chilometri da Mogadiscio: “L’incontro è fissato per venerdì sera – scrive il Corriere -, è già notte quando Silvia arriva accompagnata dagli emissari dei sequestratori”.
Il Fatto Quotidiano scrive che i rapitori hanno consegnato Silvia a un contatto locale individuato dai nostri 007, e venerdì notte, “in un territorio impervio e fangoso, è avvenuto lo scambio: il rilascio dopo il pagamento di un riscatto”.
La Repubblica cita una fonte secondo cui “i rapitori avevano tutto l’interesse” a far stare bene Silvia Romano perché “l’unico loro obiettivo era intascare più denaro possibile”. E “sembra certo – spiega il quotidiano -, seppure non arriva alcuna conferma ufficiale, che per la sua liberazione sia stato pagato almeno un riscatto, visto che la ragazza è passata per non meno di tre covi e nelle mani di molti sequestratori”.