Referendum contro il taglio dei parlamentari: la coalizione salva poltrone tentenna, ritirate quattro firme

Inizia a tentennare la squadra salva poltrone che lo scorso 19 dicembre ha depositato le firme per un referendum con cui si chiede di rivedere il taglio dei parlamentari.
Alcuni senatori hanno deciso di tirarsi indietro e hanno rimosso la loro firma. Si tratta di quattro esponenti di Forza Italia: Massimo Mallegni, Franco Dal Mas, Barbara Masini e Laura Stabile. La consegna è quindi slittata, il che dimostra tensione interna nel partito di Forza Italia.
La decisione di fare dietro front è mossa dal fatto che molti vorrebbero evitare il referendum per non dover andare a elezioni anticipate.
Secondo alcune fonti, anche diversi esponenti del Pd starebbero valutando di ritirare le proprie firme. Per il momento si parla di otto rinunciatari.
Per poter richiedere il referendum il quorum richiede in tutto 64 firme.
La coalizione salva poltrone – A siglare la richiesta per promuovere un referendum confermativo sulla legge sul taglio dei parlamentari sono stati 41 senatori di Fi (promotori dell’iniziativa), tre del M5S, sette del Pd, due di Italia Viva, due della Lega, nove del gruppo Misto, più Emma Bonino e il senatore a vita Carlo Rubbia.
La coalizione salva poltrone è stata annunciata alla stampa il 19 dicembre scorso e la scadenza per la raccolta e la verbalizzazione delle firme è stata fissata a domenica 12 gennaio. La richiesta può però essere consegnata in Cassazione fino al 13.
Tuttavia, Andrea Cangini, promotore di Forza Italia, si mostra fiducioso e assicura che verrà trovata una soluzione perché altri senatori starebbero valutando la loro adesione. Cangini ha garantito che il termine ultimo per prendere un nuovo appuntamento per il deposito in Cassazione è fissato al 12 gennaio.
L’approvazione del taglio dei parlamentari – La proposta di ridurre il numero dei membri di Montecitorio era stata avanzata dal Movimento 5 Stelle e nell’ottobre scorso la Camera ha votato quasi all’unanimità a favore del taglio. La riforma prevede un passaggio da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori a Palazzo Madama.