Reddito di cittadinanza: da settembre fino al 20 per cento di taglio al mese se non viene speso

Arrivano le modalità di attuazione delle decurtazioni del reddito e della pensione di cittadinanza nei casi previsti, contenute in un messaggio dell’Inps (28 luglio 2020 n. 2975).
L’Istituto precisa che sono previsti due diversi sistemi di decurtazione del reddito e della pensione di cittadinanza. Ci può essere una decurtazione mensile nel caso in cui il beneficio non venga interamente speso o prelevato nel corso del mese successivo all’accredito (con l’eccezione delle erogazioni arretrate), e nella mensilità successiva si avrà una decurtazione fino ad un massimo del 20 per cento.
È invece prevista una decurtazione semestrale, dalla disponibilità della Carta RdC, dell’ammontare complessivo non speso ovvero non prelevato nel semestre, fatta eccezione per una mensilità di beneficio riconosciuto e al netto degli arretrati erogati nel corso del semestre stesso.
Per la decurtazione mensile, la verifica della spesa mensile avviene attraverso il confronto tra il saldo disponibile sulla Carta Rdc nell’ultimo giorno di ciascun mese, al netto di eventuali arretrati erogati nel semestre in corso e in quello precedente, e il valore del beneficio mensile effettivamente erogato nel mese. Nel caso in cui il valore del saldo sia superiore al valore del beneficio erogato, la differenza viene sottratta dal beneficio erogato nel mese successivo.
La decurtazione si effettua tenendo conto del limite massimo dell’importo sottratto che non può superare il 20 per cento del beneficio mensile erogato e non speso, e della decurtazione che non opera se l’importo risulta inferiore al 20 per cento del beneficio minimo, pari a 8 euro.