Recovery Fund, Salvini: «Fregatura grossa come una casa». M5S Europa replica: «Di “grosso come una casa” qui c’è solo il suo fallimento politico e personale»

«Una “fregatura grossa come una casa”, così ha definito Salvini l’accordo epocale raggiunto dal nostro Governo e dal premier Conte in Consiglio europeo. Possiamo dirlo senza mezzi termini: Salvini è ridicolo. Di “grosso come una casa” qui c’è solo il suo fallimento politico e personale. Ma lo capiamo: la sua incapacità di riconoscere il successo della trattativa e l’ottimo risultato raggiunto è conseguenza diretta della sua bassezza morale».
È quanto si legge in un post sulla pagina Facebook degli eurodeputati del M5S.
«“Prima gli italiani”? Ci avrà ripensato. Qui si tratta solo di campagna elettorale permanente, condita con una buona dose di stizza: avrebbe preferito sicuramente un fallimento totale, in piena linea con l’amico sovranista olandese Geert Wilders, che qualche giorno fa aveva accolto Conte con un cartello con scritto “Non un centesimo all’Italia”», spiegano i 5Stelle.
«Ma a conti fatti, parlano i fatti. Conte torna a casa da Bruxelles con 209 miliardi di euro, Salvini invece è rimasto al Papeete: di euro dall’Europa ne ha riportati ZERO», conclude il post.
M5S: «Ciò che è rimasto invariato rispetto alla bozza di partenza è il volume totale degli interventi economici»
«Ciò che è rimasto invariato rispetto alla bozza di partenza è il volume totale degli interventi economici, ma la loro composizione è cambiata. In totale sono stati previsti 1.074 miliardi per il QFP e 750 miliardi per il Recovery Fund.
Il Fondo per la ripresa (Recovery Fund) prevederà l’emissione titoli di stato europei per finanziare gli aiuti agli Stati membri. Questi soldi saranno in altre parole raccolti sui mercati finanziari a nome dell’Unione Europea.
Dei 750 miliardi totali ben 209 vanno all’Italia: si tratta del 28%, più di chiunque altro. Di questi, 81,4 sono a fondo perduto e 127,4 in prestiti», ha spiegato il M5S in un post sulla propria pagina Facebook.
«Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Austria e Finlandia chiedevano di poter avere il diritto di veto sui piani nazionali di riforme, ma questa linea non è passata. Non è stato concesso a nessun Paese il diritto di veto o di intromissione sull’attuazione del piano di Rilancio nazionale. Ci sarà, come è normale, un sistema di verifiche in relazione all’avanzamento dei progetti, all’implementazione degli stessi», hanno sottolineato i 5Stelle.
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