Recovery Fund, Castaldo (M5S): «Vergognosa ‘proposta’ di Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca: solo prestiti»

«Un fondo di emergenza “temporaneo, una tantum” e limitato a due anni, per sostenere “la ripresa economica e la resilienza dei settori sanitari” con un approccio basato su “prestiti a condizioni favorevoli” senza “alcuna mutualizzazione del debito” e in cambio di “un forte impegno per le riforme” nazionali da parte dei beneficiari. Questa è la vergognosa “proposta”, se così vogliamo definirla, descritta nel ‘non-paper’ presentato da Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca, nella quale si svilisce totalmente il ruolo e la portata del Recovery Fund. Questa “proposta” è, senza giri di parole, COMPLETAMENTE INACCETTABILE».
Lo ha scritto su Facebook l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle e vicepresidente del Parlamento europeo, Fabio Massimo Castaldo.
«Di fronte alla peggiore crisi sanitaria degli ultimi cento anni, di fronte al rischio di una pericolosissima recessione, la risposta di questi governi, i cui leader si candidano ormai sfacciatamente al ruolo di campioni dell’antieuropeismo e del nazionalismo più becero, è esattamente quella di continuare a difendere politiche vecchie e superate dal tempo e dagli eventi! Ma ci rendiamo conto?» ha domandato Castaldo.
«Non possiamo soprassedere sulla loro ostilità verso qualsiasi forma di mutualizzazione del rischio, persino di fronte alle decine di migliaia di morti che l’Europa continua a contare» – ha proseguito l’europarlamentare pentastellato – «Inoltre, è irricevibile pensare a un meccanismo che duri solamente due anni e costituito esclusivamente da prestiti, infarciti di condizionalità, perché ci condannerebbe a una risposta inadeguata, iniqua e frammentaria! Tentano miseramente di proporsi come garanti del rispetto delle regole, ma tacciono di fronte al privilegio degli sconti al bilancio pluriennale di cui sono i principali beneficiari, così come il loro silenzio è imbarazzante su qualsiasi forma di nuove risorse proprie europee, a partire da una base consolidata fiscale comune per tutte le imprese europee e da una tassa sul digitale per i grandi colossi del web. Evidentemente hanno scelto da che parte stare: quella degli interessi di pochi a danno dei diritti di tutti!».
«Restare inerti dinnanzi a questa impostazione ipocrita e iniqua relegherebbe l’Europa al ruolo non di attore ma di spettatore geopolitico allo sbando, fanalino di coda della ripresa post-emergenza. Per questo, tale “proposta” va rigettata totalmente: l’UE mostri il coraggio che i cittadini aspettano di vedere ormai da troppo tempo. Se non fosse chiaro, provo a ribadirlo: l’UE rischia seriamente che questo sia davvero il suo ultimo treno. Non cederemo a questo ricatto: siamo pronti a dare battaglia tanto in Parlamento quanto come Governo in Consiglio», ha concluso Castaldo.