Recovery Fund, Berlusconi: «Notizia positiva. Ora però è assolutamente indispensabile utilizzare il Mes e il Sure»

Il Recovery Fund “è stato approvato senza cambiamenti rilievo e in effetti così è accaduto. Certamente questo difficile compromesso deve far riflettere sul futuro, sui pericoli per l’Europa del condizionamento che i partiti sovranisti esercitano sulla politica di diversi Paesi europei”.
Lo ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi al Tg5.
“Per l’Italia”, l’accordo “è una notizia positiva perché l’ammontare totale dei fondi a nostra disposizione è salito da 170 miliardi a 208 miliardi e perché una parte importante di questa somma è rappresentata da sussidi a fondo perduto che non dovremo restituire. Tuttavia il percorso è ancora lungo e i fondi saranno disponibili solo nel secondo trimestre dell’anno prossimo a condizione che l’Italia presenti un piano di riforme che sia accettato in Europa e deve essere un piano coerente con lo sviluppo, non di tipo assistenzialista o statalista”, ha commentato Berlusconi.
Al governo, Forza Italia chiede “nell’interesse dell’Italia, che l’opposizione sia stavolta davvero coinvolta nelle decisioni e credo anche che proprio i tempi lunghi del Recovery Fund rendano assolutamente indispensabile utilizzare nel frattempo gli altri strumenti che l’Europa ci mette a disposizione, a partire dai 37 miliardi del Mes e dai 20mila dei fondi Sure che sono disponibili subito, perché la sanità e il lavoro non possono intendere”, ha aggiunto Berlusconi.
“L’Europa esce rafforzata” dall’accordo di Bruxelles sul Recovery fund “perché si è dimostrata comunque solidale e lungimirante. E’ stato fatto un grande progresso con l’emissione di titoli di debito europei, i cosiddetti recovery bond e dobbiamo dare atto alla Germania e in particolare alla Cancelliera Merkel, con la quale voglio confermare il mio rapporto personale, per aver svolto con equilibrio e saggezza un ruolo essenziale riuscendo a raggiungere questo risultato”, ha affermato l’ex premier.
“Infatti non ha senso che Paesi che rappresentano solo il 10 percento della popolazione europea possano rendere così difficili le iniziative” di Paesi che rappresentano “il 90 percento dei cittadini dell’Europa. Se l’Europa vuole diventare un vero soggetto politico internazionale, capace di svolgere un ruolo nel mondo come potenza politica e potenza militare, deve abbandonare il voto all’unanimità e adottare il principio del voto a maggioranza qualificata almeno sugli argomenti più importanti”, ha concluso il presidente di Fi.