Pensioni, arrivano i mini-tagli dal prossimo anno: ecco chi viene penalizzato

In Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto del ministero del lavoro che fissa i nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo validi per il prossimo biennio.
Si tratta di coefficienti usati per calcolare la quota contributiva della pensione sulla base dei contributi versati e che, come spiega ItaliaOggi, è la quinta revisione dal 2009 e finora sono state tutte negative.
La questione più spinosa riguarda il fatto che chi lascerà il lavoro a partire dal 1° gennaio 2021, avrà pensioni più basse. Infatti, più il coefficiente è elevato, maggiore sarà la pensione a cui avrà diritto il lavoratore, ma nei prossimi due anni il valore del coefficiente è più basso rispetto agli anni precedenti. Il Sole 24 Ore, ha osservato che se in precedenza questo valore oscillava da 4,20 per cento in corrispondenza dei 57 anni a 6,513 per cento per chi lascia il lavoro a 71 anni, ora si è abbassato a 4,186 per cento e 6,466 per cento.
Si abbassa dunque la quota contributiva dell’assegno, quella maturata a partire dal 1° gennaio 1996 o dal 1° gennaio 2012 per chi aveva maturato già 18 anni di contribuzione a far data dal 31 dicembre 1995. Sempre Il Sole 24 Ore ha stimato che una dipendente del pubblico che esce dal lavoro a 67 anni di età, con quota contributiva calcolata a partire dal ’96, nel suo assegno avrà circa 300 euro in meno all’anno.
Va sottolineato che il meccanismo non si applica alle pensioni in essere, ma solo a quelle con decorrenza dal 1° gennaio del prossimo anno.