Omicidio Vannini, Castaldo: «Le ultime parole di Marco fanno male non solo ai suoi genitori, ma a tutti coloro i quali credono nella Giustizia»

«A poco meno di due settimane dall’inizio del processo bis – ordinato dalla Cassazione – per la morte di Marco Vannini, il ragazzo di vent’anni ucciso da un colpo di pistola mentre era in casa della sua fidanzata Martina a Ladispoli il 17 maggio 2015, un altro tassello si aggiunge alla ricostruzione di quella notte. Marco gridava “Ti Prego, Basta”. Questo è ciò che si evince da una registrazione audio ripulita e diffusa dalla Trasmissione “Quarto Grado”».
Così su Facebook l’europarlamentare del M5S e vicepresidente del Parlamento europeo, Fabio Massimo Castaldo.
Questa sono «parole dolorose, che fanno male non solo ai coraggiosissimi genitori di Marco, Marina e Valerio, ma a tutti coloro i quali credono nella Giustizia», ha scritto ancora Castaldo.
«Non posso sapere come finirà questa triste vicenda, ma posso dire con certezza una cosa: ogni nuovo particolare che emerge non fa che arricchirci di dolore e rabbia. Verità e giustizia per Marco Vannini», ha concluso l’eurodeputato.
Il “Corriere della Sera” spiega che «le parole pronunciate da Marco durante la telefonata al 118, però, non erano state finora decifrate. Tanto che, nella perizia della corte, si leggeva solo: “In lontananza si sente una persona che si lamenta”. L’analisi di Emme Team avrebbe permesso di identificare, per la prima volta, alcune delle parole pronunciate dalla vittima: prima un disperato appello — «Ti prego basta»— poi la richiesta di avere il telefono. I tecnici hanno isolato anche la voce di Martina (che sembra dire «Basta, su») e di Maria Pezzillo, che alla richiesta di Marco di avere il telefono avrebbe risposto: “È giù”».