Monti: «Sarebbe deleterio per l’interesse nazionale se Conte al Consiglio europeo dovesse presentarsi dimissionario»

«Sarebbe deleterio per l’interesse nazionale, per i cittadini italiani, per l’economia italiana» se al Consiglio europeo del 16-17 luglio, «quando saranno prese le decisioni fondamentali per i prossimi sette anni (bilancio della UE) e in particolare per i prossimi due-tre anni (Recovery fund)» il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte «dovesse presentarsi dimissionario» oppure, «pur nella pienezza formale dei suoi poteri, con autorità dimezzata per il fatto di rappresentare un Paese che, per quanto riguarda la sua posizione in Europa, appare incapace di intendere e di volere».
Così l’ex premier Mario Monti in un intervento sul “Corriere della Sera”.
Il timore di Monti è che «la prima ipotesi potrebbe verificarsi se, in un eventuale voto parlamentare sul Mes, una parte del Movimento 5 Stelle fosse contrario all’attivazione del Mes, come larga parte delle opposizioni (Lega e Fratelli d’Italia) e dovesse così determinarsi, malgrado l’eventuale voto favorevole di Forza Italia, una prevalenza del No al Mes». Che causerebbe «una spaccatura all’interno del governo e verosimilmente una crisi»
Secondo l’ex presidente del Consiglio «anche nel caso in cui vincesse il Sì al Mes, con un margine esiguo e dopo un dibattito al calor bianco, tutti gli altri Paesi europei resterebbero sbigottiti». Monti crede però che Conte «possa trasformare questa potenziale forca caudina in una chiamata di tutte le forze politiche ad una prova di responsabilità, in un momento in cui l’Italia deve decidere se perdere non solo importanti risorse finanziarie, ma anche la faccia». La strada potrebbe essere «una proposta di risoluzione tale che possa raccogliere il sostegno più ampio delle forze politiche della maggioranza e delle opposizioni. Ovviamente facendo cenno al Mes ma senza pregiudicare ancora le posizioni dei diversi partiti sull’attivazione o meno».
Per Monti a Bruxelles è sufficiente «sapere da Conte che il suo governo, con un ampio appoggio del Parlamento, non rifiuta pregiudizialmente di attivare anche il Mes, nell’ambito della gamma di strumenti che l’Europa sta varando».