Migranti, Maroni: «Che bella sanatoria, tale e quale alla mia. Ma il Governo Conte ha infilato anche qualcosa che non andava infilato»

«Mi sono accorto che i passaggi fondamentali della nuova sanatoria (o come recita il decreto della “emersione dei rapporti di lavoro”) sono stati presi paro paro da un altro decreto, fatto nel 2009 dal governo Berlusconi: il DL 78/09 convertito nella legge 3 agosto 2009 n.102».
Così l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni in un intervento sull’Huff Post.
Maroni cita un passaggio del decreto Berlusconi sui soggetti interessati a presentare la domanda di emersione:
“i datori di lavoro italiani o cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea, ovvero i datori di lavoro stranieri in possesso del titolo di soggiorno previsto dall’articolo 9 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286 e successive modificazioni”.
Nel decreto Rilancio si legge: “i datori di lavoro italiani o cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea, ovvero i datori di lavoro stranieri in possesso del titolo di soggiorno previsto dall’articolo 9 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286 e successive modificazioni”.
“Uguale”, commenta Maroni, che dopo aver citato altri passaggi che potete consultare sull’Huff Post, avverte:
«Ma c’è un ma: il Governo Conte ha infilato anche qualcosa che non andava infilato, una “sanatoria a tempo” per i clandestini senza lavoro. Un permesso di soggiorno provvisorio di 6 mesi per chi si trova irregolarmente in Italia. Cose che noi avevamo sempre escluso per principio, considerando l’esistenza di un rapporto di lavoro (regolare o da far emergere) come un presupposto indispensabile per la concessione del “contratto di soggiorno” introdotto dalla legge Bossi-Fini. Una bella invenzione il “contratto di soggiorno”: una sintesi letterale tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno».
«Anche questo termine» – ha spiegato Maroni – «é ripreso nel decreto Rilancio, a riconoscimento (mi pare evidente) della persistente validità della legge Bossi-Fini. L’avevamo approvata nel 2002, e da allora sta lì, viva e vegeta, a presidiare il terreno dell’immigrazione. Nonostante i tentativi dei governi di centrosinistra di abbatterla, nonostante le promesse di cambiarla radicalmente fatte dal M5S in campagna elettorale. Il pilastro legislativo che porta la firma di due campioni della seconda repubblica é sempre lì. A dimostrazione che il tema dell’immigrazione é un terreno difficile da arare, pieno di sassi che spaccano le lame e di trappole che bloccano anche i migliori propositi. Terreno di polemica bipartisan, a posizioni spesso (e curiosamente) invertite. Indovinate chi ha fatto questa dichiarazione: “Abbiamo fatto qualcosa di ben più importante e ben più civile di una semplice sanatoria. Abbiamo restituito la dignità di lavoro agli immigrati che hanno un posto regolare”. La ministra Bellanova? No, Gianfranco Fini, dopo la maxi sanatoria di 700mila extracomunitari fatta nel 2002 con la legge che porta il suo nome. E che fu una cosa buona e giusta perché consentì a molti dei 700mila clandestini di regolarizzarsi e di diventare cittadini italiani ».