Lo sfogo di Lippi: «Siamo nel 2020, andiamo su Marte e non siamo capaci di trovare un rimedio per questo cavolo di virus»

“Il presente è veramente vomitevole. Mi fa incazzare, lo dico sinceramente. Sento solo discorsi di questo tipo: bisogna fare squadra, bisogna essere uniti, compatti, coesi. Essere squadra? Ognuno pensa ai cavoli suoi, ognuno pensa a casa sua, pensa alle poltrone, a livello politico, a livello scientifico, a tutti i livelli”.
Queste le parole di Marcello Lippi in un’intervista al ‘Corriere dello Sport’.
“Qui in Italia si strumentalizza tutto a proprio uso e consumo. Se c’è qualcuno che fa o dice qualcosa di buono viene immediatamente sputtanato, gli mettono i bastoni tra le ruote. A livello scientifico è ancora più vergognoso: ma, dico io, siamo nel 2020, andiamo su Marte e non siamo capaci di trovare una medicina, un rimedio per questo cavolo di virus, un vaccino… Se uno scopre una cosa importante che potrebbe risolvere i problemi di un’altra nazione la tiene per sè, non la comunica perchè non vuol far fare bella figura all’altro, questa è la situazione”, ha aggiunto l’ex ct della Nazionale, campione del mondo a Germania 2006.
“Ci dicono da un sacco di tempo che dovremo convivere a lungo con questo virus. Riparte quello, riparte quell’altro, e allora perchè il calcio non deve ripartire? Non è più come due mesi fa, quando purtroppo ci siamo ritrovati a dover far fronte a uno tsunami, una crisi drammatica che non eravamo preparati a gestire. Persone che finivano in ospedale quando ormai era troppo tardi. Non c’era l’organizzazione che c’è adesso. Il virus ha perso potenza, numerose terapie intensive sono vuote, oggi siamo in grado di contrastare diversamente la pandemia e allora cosa spinge qualcuno a sostenere che il calcio non deve ripartire. Nei confronti del calcio c’è una demagogia impressionante, un moralismo inaccettabile. Il calcio può piacere o meno, si può essere tifosi o non tifosi, ma una cosa non va mai dimenticata: il calcio professionistico è un’industria e come tale deve essere trattato”, ha concluso l’ex allenatore di Juventus, Inter e Napoli.