L’invasione delle sardine contro Salvini. Nuovo movimento apolitico o strategia del Pd?

A Bologna quasi 15mila, a Modena circa 7mila.
Il movimento delle sardine, che protestano contro la Lega di Matteo Salvini, è diventato un vero e proprio fenomeno mediatico che sta travolgendo migliaia di persone. In tanti ne parlano e sul web si moltiplicano le pagine dedicate.
Sono in programma altri incontri, il prossimo (il 23 novembre) a Reggio Emilia, poi a Firenze (il 30 novembre).
Ma spuntano anche le prime critiche.
Perché si chiamano sardine – Nessuna bandiera politica, dietro il movimento delle sardine ci sarebbe Mattia Santori. Un giovane di 32 anni, laureato in Scienze Politiche, che non riusciva a dormire la notte al pensiero dell’arrivo di Salvini a Bologna di fronte all’indifferenza della gente.
Così il 32enne avrebbe deciso di radunare qualche amico e portare in piazza l’altra faccia di Bologna, quella che non vota Salvini.
Lo avrebbero aiutato a organizzare il primo raduno di protesta – davanti al PalaDozza, il 14 novembre scorso – gli ex coinquilini: Andrea Garreffa, guida turistica 30enne, Roberto Morotti, 31 anni, ingegnere, e Giulia Trappoloni, fisioterapista 30enne.
Tutto sarebbe partito dalla pagina Facebook ‘6000 sardine contro Salvini’. “Sardine perché il nostro obiettivo era essere tantissimi in piazza e quindi stretti come sardine. Obiettivo raggiunto”, afferma l’ideatore del movimento che sarebbe nato spontaneamente e che protesta in modo pacifico. “Come un pesce silenzioso, contrapposto agli urlatori dei comizi”, con l’intento di diffondere un messaggio contro l’odio.
È questo quanto racconta Santori ai media nazionali.
Le critiche – Ma non tutti credono alla bella storia del movimento nato senza bandiere.
Per alcuni dietro le sardine si nasconde lo zampino del Pd. “Contrordine, compagni! La manifestazione delle sardine bolognesi non era spontanea: era spintanea”, scrive Daniele Capezzone su La Verità, spiegando che Santori farebbe parte della redazione di ‘Energia’, rivista che incarnerebbe il sistema Pd in Emilia Romagna.
Anche il filosofo Diego Fusaro prende le distanze dal movimento delle sardine definendolo “Cogito interrotto” alludendo all’assenza di pensiero. Fusaro ha espresso la sua opinione sui social ed è finito nel mirino degli haters: è stato massacrato di critiche, minacce e insulti.
Intanto l’ideatore delle sardine ha smentito l’esistenza di un legame con il Pd.