L’affondo di Casellati al premier: ‘Uso esagerato dei Dpcm nel periodo di emergenza sanitaria’

“Agli italiani serve lavoro, non misure di emergenza o politiche assistenziali”.
Così, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, intervenendo alla cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare.
“Per ripartire dopo l’emergenza Covid-19 abbiamo bisogno subito, adesso, di interventi fiscali. Abbiamo bisogno di lavoro, lavoro, lavoro e non di misure assistenziali e di emergenza”, ha detto riferendosi alla proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre decisa dal governo e approvata martedì dal Senato e ieri dalla Camera.
“Il telelavoro – ha proseguito – rischia di farci tornare indietro di 50 anni nel processo di emancipazione femminile” e “per la ripartenza dell’Italia dobbiamo affidarci alle donne, ripartire da loro, perché hanno creativitià e visione del futuro”.
La scuola “a settembre deve riaprire per tutti, senza se e senza ma”, ha sostenuto la Casellati, pertanto “il Governo deve farsi carico delle proprie responsabilità, non delegarle ai presidi o alle famiglie, con il rischio di creare inaccettabili discriminazioni tra studenti di serie A e studenti di serie B. Ricordiamoci che la scuola non è solo didattica davanti a un computer, ma è fatta di aule, di relazioni, di interazione, confronto e dialogo quotidiano tra studenti e docenti”.
Ripensando al periodo di emergenza del coronavirus, Casellati ha ritenuto che ci sia stato “un uso eccessivo dei Dcpm, i decreti del presidente del Consiglio”, infatti “è una questione di metodo democratico, i dcpm sono stati emanati senza preventiva e dovuta consultazione con un voto del Parlamento” ma ora, “le sfide poste dal Covid sono ambiziose e il Paese può vincerle solo se governo e Parlamento sapranno fare la loro parte. Ma è necessario che ciò avvenga nel rispetto delle reciproche prerogative e dei ruoli che la Costituzione affida a ciascuno”.
“Non è immaginabile – ha ribadito – che su un provvedimento di circa 300 articoli come il decreto Rilancio, il Senato non abbia toccato palla. Il Senato, al pari della Camera, non può essere un convitato di pietra nella elaborazione delle principali strategie per rilanciare il Paese”.
Rispetto all’utilizzo dei fondi europei del Recovery Fund, per la presidente del Senato è necessario che il governo si confronti con il Parlamento: “adesso per accedere al ‘Piano per la ripresa’ approvato nei giorni scorsi a Bruxelles l’Italia è chiamata a predisporre ed attuare un progetto di riforme importanti e strutturali. Un programma concreto che porti sviluppo, occupazione e crescita del Pil. Spetta solo al Parlamento offrire al governo linee di indirizzo vincolanti per ricostruire il Paese. Su questo non si può transigere”.