Inondazioni e tangenti: Venezia affonda nella corruzione del Mose

Tra piogge e alta marea Venezia affonda negli allagamenti nonostante quel progetto che avrebbe dovuto salvarla: il Mose.
Strade allagate, attività in ginocchio, gondole distrutte. A due giorni dal disastro che ha causato la morte di 2 persone si contano i danni.
“Non è ancora finita”, scrive il Gazzettino. Nelle prossime ora è attesa un’altra mareggiata, l’acqua dovrebbe raggiungere i 145 centimetri.
Nel frattempo esplode la polemica per il Modulo Sperimentale Elettromeccanico.
Il sistema di paratie, di dighe mobili, appositamente studiato per impedire all’acqua del mare Adriatico di travolgere la città, dovrebbe proprio servire a scongiurare le alluvioni durante gli episodi di alta marea.
I lavori e gli scandali – La produzione del Mose è stata avviata nel 2003 ma tra scandali e lievitazione dei prezzi, i lavori, che sarebbero dovuti terminare entro il 2016, vanno a singhiozzo.
Il costo totale per la realizzazione dell’opera è di circa 7 miliardi di euro.
Quello che ha bloccato la produzione è un sistema illecito di tangenti venuto alla luce tra il 2013 e 2014. Tra corruzione, frodi fiscali, indagini, processi e arresti che hanno coinvolto centinaia di uomini politici e imprenditori.
Da Giovanni Mazzacurati, ex direttore generale del Consorzio Venezia Nuova, passando per Giancarlo Galan, precedente sindaco del capoluogo veneto, fino all’ex ministro dei Trasporti Giorgio Orsoni. Ma la lista è molto più estesa.
Il 4 giugno 2014 sono state arrestate 35 persone e altre 100 circa sono state indagate. I magistrati hanno stimato l’emissione di circa 33 milioni di euro di fatture false.
La politica – Dopo i recenti disastri causati dalle inondazioni il dibattito sul Mose è sempre più acceso. “Se Venezia nel 2019 non ha un minimo di protezione, la responsabilità è di quella classe politica che si è permessa di lucrare e speculare in passato. L’opera deve essere completata al più presto”. Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Insiste sul completamento dei lavori anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, assicurando che il Mose sarà pronto entro la primavera del 2021. Nel frattempo è stato nominato il nuovo supercommissario: Elisabetta Spitz, ex direttore dell’Agenzia del Demanio.
Infine la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli fa sapere che il progetto è compiuto al 93% e che i lavori stanno andando avanti, mancano gli ultimi 4 milioni.