Inchiesta Bergamo, Attilio Fontana: “È veramente vergognoso che scopra dai giornali di essere indagato”

«È veramente vergognoso che una persona sentita all’inizio dell’indagine come persona a conoscenza dei fatti, perché io ero stato sentito come testimone, scopra dai giornali di essere stata trasformata in indagato».
Così il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, ai microfoni di ‘Radio anch’io’ in onda su Radio1 Rai, in merito all’inchiesta sul Covid a Bergamo.
«È una vergogna che credo dovrebbe essere valutata da chi di dovere. Questa credo sia la dimostrazione della curiosità della giustizia italiana: io non posso rispondere» ad alcuna domanda perché «non ho visto le carte», ha detto Fontana.
I filoni dell’indagine, chiusa mercoledì dalla procura di Bergamo, sono tre: la mancata zona rossa, il piano pandemico e l’ospedale di Alzano Lombardo.
Secondo la procura di Bergamo, sulla base della consulenza affidata al microbiologo Andrea Crisanti, la zona rossa a Nembro e Alzano avrebbe potuto salvare migliaia di vite. Per Conte e Speranza, che risulterebbero coinvolti nell’inchiesta relativamente a questo capitolo, gli atti verranno inviati al Tribunale per i ministri.
Come spiega l’Ansa, «tra i primi indagati per epidemia colposa ci furono l’ex dg del Welfare lombardo Luigi Cajazzo, l’allora suo vice Marco Salmoiraghi, la dirigente Aida Andreassi, oltre a Francesco Locati e Roberto Cosentina, il primo dg e il secondo ormai ex direttore sanitario dell’Asst Bergamo Est, questi ultimi due anche per falso. A fare salire di livello l’inchiesta, dopo una serie di audizioni a Roma, tra cui quelle dell’ex premier Giuseppe Conte, dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza e dei tecnici del ministero e del Cts, sono stati gli accertamenti che hanno riguardato proprio la mancata istituzione di una zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo».