Il senatore ex M5S De Falco: «Più che ai vitalizi, bisognerebbe dare un taglio alla demagogia»

«Più che ai vitalizi, bisognerebbe dare un taglio alla demagogia».
Lo ha dichiarato capitano di fregata Gregorio De Falco, senatore del Gruppo Misto ed ex esponente del M5S.
«Un senatore è un cittadino ed a ogni cittadino deve essere consentito e reso possibile, anche riconoscendogli un (minimo) vitalizio, poter concorrere alla vita politica del Paese. Nella misura, molto più modesta, in cui è stabilito oggi il vitalizio, mi pare congruo», ha detto De Falco in un colloquio con l’Adnkronos.
«La politica che non costa è già venduta» e «sebbene sia chiaro che i costi devono essere ragionevoli e funzionali allo scopo di consentire a chiunque la possibilità di concorrere a determinare la politica del Paese, la politica, e quindi principalmente l’esecutivo, oggi, deve rispondere delle scelte o delle inerzie, altrimenti la demagogia vendicativa si traduce in una mortificazione degli strumenti della democrazia parlamentare».
«Esiste una naturale esigenza in ogni ordinamento giuridico alla tendenziale stabilità delle situazioni giuridiche. Tale esigenza costituisce il fondamento della normale irretroattività della legge», ha detto ancora il senatore, secondo il quale lo strumento della delibera è «inadeguato»: «tanto è vero che in previsione di guai la Camera aveva bloccato i risparmi creati con il taglio devi vitalizi, non restituendo quei fondi al bilancio dello Stato ma conservandoli in cassa per le numerosissime cause che sarebbero state intentate e probabilmente perse dallo Stato, con ulteriore danno».
«Quando al posto della politica si attua pura demagogia, come nel cosiddetto taglio dei parlamentari in cui si mortifica la istituzione parlamentare rappresentativa, o come nel caso dei vitalizi (che sono stati comunque già aboliti), si vorrebbe incidere su diritti quesiti» ma «bisognerebbe almeno farlo con strumenti normativi adeguati» – ha continuato De Falco – «già durante il lockdown (‘alla scordatella’ si direbbe in Sicilia) la Camera aveva temperato la delibera escludendo il taglio ai vitalizi quando potesse compromettere le condizioni di vita del percettore (diritti acquisiti ed affidamento)…».