Il giudice che condannò Berlusconi chiede di poter intervenire nel procedimento ‘Berlusconi contro Italia’ davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo

Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Corte di Cassazione che il 1 agosto del 2013 condannò Silvio Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset, «con istanza del 7 luglio 2020 ha chiesto al presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo di essere autorizzato a intervenire nel procedimento ‘Berlusconi contro Italia’ sia per dimostrare la sua assoluta imparzialità sia per argomentare, contrariamente a quanto sostenuto dai legali di Berlusconi, in merito alla totale regolarità e correttezza del processo che lo ha visto condannato per il reato di frode fiscale».
È quanto si legge in una nota diffusa da difensore del magistrato, l’avvocato Antonio Grieco.
Il legale di Esposito ha fatto anche sapere che il suo assistito, insieme con Claudio d’Isa, un altro giudice che faceva parte del collegio della sezione feriale della Cassazione che emise la sentenza, e con il figlio Ferdinando Esposito «hanno depositato istanza di mediazione per poter agire nei confronti dell’onorevole Andrea Ricciardi dei giornalisti Nicola Porro e Alessandro Sallusti e Piero Sansonetti, oltre che nei confronti delle società proprietarie dell’emittente televisiva Rete 4 e dei quotidiani ‘Il Giornale’ e ‘Il Riformista’» per le «affermazioni gravemente diffamatorie espresse nella trasmissione di Retequattro ‘Quarta Repubblica’ del 29 giugno».
«Altre iniziative saranno intraprese nei prossimi giorni tra le quali la formale querela di Ferdinando Esposito per il reato di diffamazione pluriaggravata nei confronti di Porro per avere quest’ultimo affermato nel corso della trasmissione una circostanza radicalmente falsa totalmente inventata estremamente lesiva della reputazione», ha riferito l’avvocato Grieco.
Antonio Esposito ha anche querelato Sansonetti «per diffamazione aggravata per le affermazioni rese nel corso della trasmissione quarta Repubblica del 6 luglio, sempre condotta da Porro, gravemente offensive della magistratura e del presidente Antonio Esposito in particolare».