Il filosofo Levy insulta Salvini in tv: ‘Dice solo sciocchezze’

Qualche giorno fa, al convegno al Senato organizzato dal leghista Armando Siri e da Vittorio Sgarbi sul Coronavirus, era presente anche il noto filosofo francese Bernard-Henry Lévy.
Il convegno ha fatto molto discutere soprattutto per le frasi di Matteo Salvini sull’uso della mascherina e sulla stretta di mano, oltre che per la presenza di alcuni intellettuali tra cui Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale. Anche Lévy ha fatto il proprio intervento.
Lo stesso giorno, il filosofo francese era ospite negli studi di Quarta Repubblica su Rete 4, con Nicola Porro, e si è espresso sul tema della crisi dei migranti in Italia e sull’impennata di sbarchi e fughe dai centri d’accoglienza dei giorni scorsi, riferendosi al leader della Lega, anch’egli presente nella trasmissione.
“Il popolo italiano – ha detto Lévy – è un grande popolo, l’Italia è un Paese che in passato ha avuto grandi imperatori. Roma è la città dell’ospitalità, dell’apertura all’altro. Definire l’Italia con la propaganda xenofoba del signor Salvini è una pessima azione nei confronti di questi poveri disgraziati. Il sovranismo è un problema che riguarda gli italiani perché se i sovranisti fossero stati al potere, l’Italia non sarebbe uscita in questo modo dalla crisi del Covid. Grazie a Dio, l’Italia ha avuto l’Europa e i 200 miliardi di sovvenzioni. Senza l’Europa, signor Salvini, il vostro Paese sparirebbe dalla mappa e dall’economia dell’Europa. E sarebbe una tragedia”.
Oggi, in un’intervista rilasciata a La Stampa, il filosofo è ritornato sul tema dicendo: “L’Italia ha bisogno di leader calmi e capaci, che affrontino il problema a sangue freddo. A vedere Salvini da vicino, ho avuto l’impressione di uno che cerca di dare a chi lo chiede il permesso di essere violento, la licenza di uccidere. Chi dice agli italiani che sono vittime di una occupazione, che la violenza principale che devono affrontare è l’arrivo di questa povera gente che arriva su imbarcazioni di fortuna, si assume una responsabilità terribile. Qualcuno li prenderà alla lettera e vorrà cacciare ‘l’invasore’”.
“È uno degli insegnamenti – ha continuato Lévy su Salvini – di Freud e Lacan: la pulsione dell’odio è la più forte. È il legame più potente fra gli uomini ed è un umore sociale molto difficile da contrastare. È facile essere Salvini, dici delle sciocchezze e la gente più in difficoltà può crederti, così si conduce il paese al fallimento.Fortunatamente, Salvini non è al potere e non ha negoziato lui con l’Europa. Gliel’ho detto: ‘Voi avete perduto’. Perché gli italiani sanno che se non ci fosse l’Europa sarebbe la debacle”.