Il caso della commessa di camici alla società della famiglia di Fontana. Ranucci (Report): «Andremo in onda e il presidente dovrà ringraziarci»

«Non vedo proprio perché non dovremmo andare in onda. In fondo, raccontiamo un bel gesto. Senza di noi e senza il ‘Fatto Quotidiano’ nessuno avrebbe infatti saputo che l’azienda del cognato del presidente della Lombardia ha donato ai suoi cittadini materiale sanitario. E, dal momento che Fontana dice di essere all’oscuro, possiamo dire che tutto sia avvenuto a sua insaputa, sia in Regione che in casa. Insomma, credo debba ringraziarci. Se non ce ne fossimo occupati noi avrebbe continuato a non sapere nulla»,
Il conduttore di “Report” Sigfrido Ranucci, affida ad un articolo sul Fatto Quotidiano la sua replica al governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che ieri ha annunciato querela contro il Fatto Quotidiano per l’anticipazione del servizio di Report che andrà in onda stasera sui camici forniti ai medici della regione dalla ditta della moglie di Fontana.
«C’è una lettera di acquisto senza gara d’appalto di Aria, inviata alla Dama Spa, di 75 mila camici e 7000 tra cappellini e calzari. Il tutto per un valore di 513 mila euro. La società pubblica della Regione Lombardia specifica che il pagamento avverrà tramite bonifico entro 60 giorni dalla data di fatturazione. Poi, dopo circa 40 giorni, il 20 maggio, Dama spa comunica ad Aria Spa di aver deciso di trasformare il contratto di fornitura del 16.04.2020 in una donazione, cosa che effettivamente si concretizza il 22 maggio. Cos’è successo in questi 40 giorni?» ha domandato Ranucci.
Camici per i medici forniti dalla ditta della moglie di Fontana, la replica di Travaglio al governatore Lombardo dopo la querela
A Fontana ha replicato anche il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, nel suo editoriale di oggi.
Il giornalista ha spiegato:
«L’affidamento diretto risale al 16 aprile, in piena emergenza Covid, firmato da Filippo Bongiovanni, nominato da Maroni a dg di Aria Spa, la centrale acquisti della Lombardia: “… in considerazione della vostra offerta, con la presente si conferma l’ordine” da mezzo milione. Fatture il 30 aprile, pagamento in 60 giorni (16 giugno).
Tutto resta top secret fino al 19-20 maggio, quando l’inviato di Report, scoperto il mega-conflitto d’interessi (e forse anche l’abuso d’ufficio patrimoniale), comincia a chiedere notizie e documenti al Pirellone. Poi intervista Andrea Dini, cognato di Fontana. Che gli risponde al citofono e nega tutto: “Non è un appalto, è una donazione, chieda pure ad Aria”. Clic. Mottola risuona spiegando di avere le carte che dimostrano l’ordine di fornitura. E Dini cambia versione, ammettendo ciò che non può più negare, ma precisando che tutto è avvenuto a sua insaputa: “Non ero in azienda durante il Covid… chi se ne è occupato ha male interpretato. Ma poi me ne sono accorto e ho subito rettificato tutto perché avevo detto ai miei che doveva essere una donazione”. “Subito” mica tanto: l’affidamento è del 16 aprile e la “rettifica” arriva solo il 22 maggio, quando già l’inviato della Rai è in giro a fare domande. Solo allora Dama inizia a stornare le fatture, cioè a restituire di fatto i soldi pubblici ad Aria. A quel punto Report interpella Fontana, che risponde tramite il portavoce con un altro capolavoro di insaputismo: “Della vicenda il presidente non era a conoscenza. Sapeva che diverse aziende, fra sui Dama, avevano dato disponibilità a collaborare con la Regione per reperire con urgenza Dpi (dispositivi di protezione individuale, ndr)”. Quindi Fontana sa che l’azienda di cognato e moglie può fornire la merce, allora introvabile, e si è offerta di procurarla alla Regione (e meno male, perché a lui non è venuto in mente di chiederla). Ma non raccomanda al cognato, alla moglie e all’agenzia regionale di fare tutto gratis, per non finire in conflitto d’interessi».
Fontana querela Il Fatto Quotidiano per l’articolo sui camici per i medici forniti dalla ditta di sua moglie
“Ho dato mandato ai miei legali di querelare ‘Il Fatto Quotidiano’ per l’articolo di oggi che anticipa i contenuti della prossima puntata della trasmissione televisiva della Rai ‘Report’ in cui si racconta di una donazione di camici per protezione individuale forniti alla Regione Lombardia. Si tratta dell’ennesimo attacco politico vergognoso, basato su fatti volutamente artefatti e scientemente omissivi per raccontare una realta’ che semplicemente non esiste”.
Lo ha reso noto ieri il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.
“Agli inviati della trasmissione televisiva ‘Report’ – ha proseguito Fontana – avevo gia’ spiegato per iscritto che non sapevo nulla della procedura attivata da ARIA SpA e che non sono mai intervenuto in alcun modo. Oggi il titolo di prima pagina del ‘Fatto’ e il testo mettono in connessione la ditta fornitrice con la mia persona attraverso la partecipazione azionaria (10%) di mia moglie e invocano un conflitto di interesse peraltro totalmente inesistente, proprio perché non vi è stato da parte mia alcun intervento”.
“Il testo del ‘Fatto’- ha concluso il governatore – infatti, in maniera consapevole e capziosa omette di dire chiaramente che la Regione Lombardia attraverso la stazione appaltante ARIA SpA non ha eseguito nessun pagamento per quei camici e l’intera fornitura è stata erogata dall’azienda a titolo gratuito. Ho anche dato mandato a miei legali di diffidare immediatamente la trasmissione ‘Report’ dal trasmettere un servizio che non chiarisca in maniera inequivocabile come si sono svolti i fatti e la mia totale estraneita’ alla vicenda”.