I marò saranno processati in Italia, Di Maio: «Notizia molto positiva, che premia il grande lavoro svolto in questi anni»

“Il Tribunale arbitrale dell’Aja ha stabilito oggi che i due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, dovranno essere processati in Italia.
È una notizia molto positiva, che premia il grande lavoro svolto in questi anni dal team legale a tutela dell’Italia nelle sedi giudiziarie indiane e internazionali, nonché l’impegno diplomatico che il nostro Paese non ha mai fatto mancare alla causa dei due fucilieri di Marina».
Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
«La tesi dell’Italia, dopo anni di lunghe battaglie, ha dunque prevalso. I nostri due militari, funzionari dello Stato italiano, impegnati nell’esercizio delle loro funzioni sono immuni dalla giustizia straniera», ha spiegato Di Maio.
«Non abbiamo mai smesso di seguire questo caso, ma voglio ringraziare anche chi mi ha preceduto per la costanza e la determinazione impiegate su questa vicenda. L’Italia naturalmente rispetterà quanto stabilito dal Tribunale arbitrale, con spirito di collaborazione.
Oggi si mette un punto definitivo a una lunga agonia. Un abbraccio ai nostri due marò e alle loro famiglie», ha concluso.
I giudici internazionali hanno riconosciuto «l’immunità funzionale» dei due marò per l’incidente, ma anche che «l’Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l’India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all’imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell’equipaggio del peschereccio indiano Saint Anthony».
In un comunicato della Farnesina si legge che «al riguardo, il Tribunale ha invitato le due parti a raggiungere un accordo attraverso contatti diretti», e la Farnesina precisa «l’Italia è pronta ad adempiere a quanto stabilito dal Tribunale arbitrale, con spirito di collaborazione».
L’India «prende atto» del pronunciamento del Tribunale arbitrale sul caso e «si metterà in contatto con le autorità interessate dalla questione», ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri a Nuova Delhi dopo aver riassunto il contenuto della sentenza.