Fontana indagato, Salvini: «Ne abbiamo abbastanza di queste indagini a orologeria e a senso unico»

«Ne abbiamo abbastanza di queste indagini a orologeria e a senso unico. La Lombardia, i suoi morti e le sue istituzioni meritano rispetto, siamo stufi».
Il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato così la notizia dell’indagine sul governatore della Lombardia Attilio Fontana nell’ambito dell’inchiesta sulla fornitura di camici alla Regione.
«Indagato, perché un’azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi. Ma vi pare normale? La Lombardia, le sue istituzioni, i suoi medici, le sue aziende e i suoi morti meritano rispetto. Malagiustizia a senso unico e “alla Palamara”, non se ne può più», ha aggiunto Salvini.
«Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità», ha dichiarato il governatore Attilio Fontana, dopo la notizia dell’indagine a suo carico.
Attilio Fontana ”indagato” perché un’azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi.
Ma vi pare normale? La Lombardia, le sue istituzioni, i suoi medici, le sue aziende e i suoi morti meritano rispetto.
Malagiustizia a senso unico e “alla Palamara”, non se ne può più.— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 25, 2020
Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana è indagato per frode in pubbliche forniture sui camici sanitari
Fontana è indagato per frode in pubbliche forniture sui camici sanitari prima forniti per 513 mila euro e poi donati dalla società del cognato alla Regione.
Oggi “Il Corriere della Sera” ricostruisce la vicenda:
“Con parte dei soldi di un proprio conto in Svizzera, sul quale nel 2015 aveva fatto uno «scudo fiscale» per 5,3 milioni detenuti fino ad allora da due «trust» alle Bahamas, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ora indagato per l’ipotesi di «frode in pubbliche forniture», il 19 maggio cercò di fare un curioso bonifico per arginare — 4 giorni dopo una generica intervista di Report — il rischio reputazionale insito nei 75.000 camici e 7.000 set sanitari venduti per 513.000 euro alla Regione il 16 aprile dalla società Dama spa del cognato Andrea Dini e (per il 10%) della moglie Roberta. Andò all’Unione Fiduciaria, che gli amministra il «mandato fiduciario misto» da 4,4 milioni accennato a pagina 3 del modulo sulla «situazione patrimoniale» dei politici sul sito online della Regione, e tentò di bonificare alla Dama spa del cognato 250.000 euro: cioè gran parte del mancato profitto al quale il cognato l’indomani sarebbe andato incontro facendo il 20 maggio, in una mail alla centrale acquisti regionale Aria spa diretta dall’ex Gdf Filippo Bongiovanni, l’unilaterale bel gesto di tramutare in donazione alla Regione l’iniziale vendita dei 75.000 camici, e di rinunciare a farsi pagare dalla Regione i 49.353 camici e 7.000 set già consegnati”.
Dopodiché, si legge ancora sul Corriere, “la milanese Unione Fiduciaria, incaricata il 19 maggio da Fontana del bonifico, blocca il pagamento perché in base alla normativa antiriciclaggio non vede una causale o una prestazione coerenti con il bonifico, disposto da soggetto «sensibile» (come Fontana) per l’incarico politico. E così la fiduciaria in gran segreto fa una «Sos-Segnalazione di operazione sospetta» all’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia, che la gira a Gdf e Procura”.
Legale Fontana: “Il suo ‘ruolo’ non esiste. L’ha saputo solo a cose fatte”
“Il ‘ruolo’ di Fontana non esiste. Lui nel negozio giuridico non ha messo becco perché non ne era a conoscenza, l’ha saputo solo a cose fatte”. Lo ha detto all’Adnkronos, Jacopo Pensa, difensore del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il quale una volta resosi conto del conflitto di interessi venutosi a creare, “si è posto il problema dell’opportunità della cosa e quindi ha fermato il pagamento” da Aria a Dama, con il contratto di vendita trasformato in donazione, dunque “casomai il suo è stato un intervento virtuoso, non malizioso”, ha affermato l’avvocato.