Faccia a faccia tra Conte e contestatore, Scanzi: «Io delle proteste ho il massimo rispetto. Ma dei beceroni proprio no»

«Una delle categorie che meno sopporto è quella del “becerone”. Il becerone non sa nulla di politica, ma ce l’ha sempre col potere, soprattutto se il potere non è di destra. Ignorante e grezzo, il becerone pontifica su ogni cosa, facendo leva sull’unica cosa che può vantare: l’ignoranza. Ieri Conte finisce la conferenza stampa. Viene avvicinato da un tassellone volgare, ovviamente senza mascherina, perché sicuramente il becerone è pure gilet arancione (o Salvin-Meloniano, che spesso è poi lo stesso). Il becerone, urlando e sputacchiando, grida “Conte dimettiti”. E ci sta. Conte lo avvicina e, con garbo, gli dice di spiegargli quale sia il problema. Il becerone continua a urlare e lo accusa di non essere stato eletto da nessuno, quindi non può fare il Presidente del Consiglio. E già qui denota tutta la sua ignoranza, perché un Presidente del Consiglio non deve certo essere eletto dal popolo, bensì dal Capo dello Stato. Il becerone, sempre più grezzo e sempre senza mascherina (ne ha una al collo col tricolore, ma ovviamente non la usa), attacca quindi i 5 Stelle. E ci sta».
Il giornalista del Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, ha commentato così il confronto tra il premier Conte e un cittadino ieri davanti a Palazzo Chigi.
«Poi però arriva un dialogo meraviglioso: questo», prosegue Scanzi, che riporta il dialogo:
Conte: Che mestiere fai?
Becerone: Io di mestiere faccio… faccio… nulla, sono nullafacente, sto morendo di fame.
Conte: Percepisci il reddito di cittadinanza?
Uomo: Sì, lo prendo.
Conte: Hai detto che stai morendo di fame…
Uomo: Non posso campare con quei pochi soldi. Voglio un lavoro dove mi diano 1200 euro al mese.
«Ecco: io, delle proteste, ho il massimo rispetto. Ma dei beceroni proprio no. Loro non protestano: loro abbaiano a caso, finché non trovano il padrone giusto da riverire», conclude Scanzi.
Guarda il video: