Covid, Boccia: «Pronti a chiudere territori in caso di crisi improvvise»

«Sono morti italiani anche al Sud, anche se i numeri sono stati diversi. Parlare con quelle famiglie dà il senso di quanto sia stato giusto chiudere tempestivamente tutto il Paese. Ci siamo basati sulle valutazioni del comitato tecnico-scientifico, sui rischi potenziali per tutto il Paese e ci siamo assunti le responsabilità».
Lo ha detto in un’intervista al ‘Gazzettino’ il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia.
Quanto al futuro?
«Oggi è diverso, ci sono strumenti e conoscenze e lo prevede già la legge in vigore che sarà possibile circoscrivere i territori in caso di crisi improvvise», ha spiegato il ministro.
Secondo il ministro, il mondo scientifico ha fatto male a fare «alcune esternazioni che per quanto fondate e non ho alcun dubbio a considerarle tali, hanno potuto influenzare la gente e far credere che sia tutto finito. A questo proposito farei parlare ogni giorno un infermiere o un medico di un reparto Covid. Vediamo se ci dice che è tutto finito».
Alla domanda se tema una seconda ondata, da padre prima che da ministro, Boccia ha risposto: «Se l’epidemia torna a dilagare rischiamo di non poterci rialzare più. Chi non usa la mascherina nei luoghi in cui è obbligatoria o partecipa ad assembramenti è un irresponsabile. E chi lo giustifica è peggio di lui».
«Non ho mai smesso di essere preoccupato. Da 4 mesi mi sveglio guardando sempre gli stessi dati: terapie intensive, tasso di saturazione, contagiati, guariti e purtroppo deceduti. Il ministro Speranza sta facendo un’attentissima opera di monitoraggio, ma il calo del livello d’attenzione nei comportamenti deve preoccupare tutti. È come se per un attimo avessimo voluto cancellare le immagini di quei giorni. Io purtroppo non le dimenticherò mai».
«Un anno fa su quel tavolo c’erano solo 3 Regioni, ora ci sono tutte le Regioni e ci sono anche i sindaci che chiedono giustamente rispetto. Il ddl quadro si ispira alla lezione del Presidente Mattarella che ci ricorda quanto autonomia e sussidiarietà rafforzino l’unità nazionale. Si chiede al Parlamento, a differenza del passato, di dire l’ultima parola, così come è necessario separare le materie Lep dalle altre. Il Covid ha dimostrato che solo un’alleanza fortissima tra Stato e Regioni rende grande una nazione. Serve l’equilibrio del buon padre di famiglia», ha aggiunto.