Coronavirus, Infettivologo Bassetti: «Trovo molto giusto l’atteggiamento del governo italiano di controllo degli ingressi»

«Visti i numeri del nostro paese e l’eccezionale lavoro svolto, che ci ha portato ai titoli di coda di questo primo focolaio epidemico italiano di COVID-19, trovo molto giusto l’atteggiamento del governo italiano di controllo degli ingressi. L’Europa infatti riapre a 15 nazioni, ma l’Italia no. Quarantena per chi arriva da Paesi extra Ue. Giusto così almeno fino a che, anche gli altri paesi, non avranno completamente controllato i loro focolai».
Così su Facebook l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
Covid, Bassetti: «Prevedere cosa potrà accadere ad ottobre è difficile anche se io non credo ci sarà un altro tsunami»
«In Italia abbiamo visto uno tsunami e l’abbiamo affrontato. Oggi i numeri ci dicono che, almeno per questa fase epidemica, siamo a titoli di coda perché i dati di ieri, malati e decessi, mi pare siano incoraggianti».
L’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha commentato così le parole del direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, secondo il quale «il peggio deve ancora arrivare».
«È evidente che ci sono Paesi dove i numeri cresceranno, il Brasile e gli Usa, e dove non stati fatti di certo gli sforzi che abbiamo fatto noi in Italia con il lockdown, le misure di distanziamento, il rafforzamento della medicina del territorio e l’implementazione dei posti in terapia intensiva. Prevedere cosa potrà accadere ad ottobre è difficile anche se io non credo ci sarà un altro tsunami. Avremo dei casi, tanti o pochi, ma sapremo affrontarli perché ora il sistema è preparato, abbiamo i nostri laboratori che lavorano con la medicina del territorio. Sono convinto che tutto funzionerà», ha aggiunto l’infettivologo.
Secondo Bassetti, «vivere i prossimi tre mesi con la spada di Damocle sulla testa di una seconda ondata non è una cosa buona per l’economia, per l’aspetto psicologico e per il sistema sanitario. Oggi noi dobbiamo dire forte e chiaro che abbiamo fatto un grande lavoro. Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno e non sempre mezzo vuoto».