Coronavirus, D’Alema: «Il populismo è costato decine e decine di migliaia di morti»

«Il coronavirus ha messo a dura prova il populismo. Innanzitutto perché il populismo porta con sé una carica anticulturale, di negazione della cultura, fortissima: la contestazione delle élites è innanzitutto contestazione delle élites intellettuali, è il rifiuto della competenza. E mai come in questo momento invece la forza della competenza e della cultura erano e sono necessarie per fronteggiare la malattia».
Lo ha detto Massimo D’Alema, ospite di ‘Quante storie’ su RaiTre, dove ha parlato dei temi trattati nel suo ultimo libro ‘Grande è la confusione sotto il cielo’ (Donzelli), commentando un servizio su come l’Ungheria di Orban e gli Usa di Trump hanno affrontato la pandemia.
«Quindi, con la sua carica di incultura, con il suo rifiuto della mediazione, diciamo, il populismo ha mostrato il suo volto: si potrebbe dire che è costato decine e decine di migliaia di morti, sostanzialmente», ha affermato l’ex presidente del Consiglio.
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— Adnkronos (@Adnkronos) May 28, 2020
#piazzapulita Massimo D’Alema: “È difficile rimproverare alla Cina di aver dato l’allarme tardi perché ricordo che quando l’Oms lanciò l’allarme Trump disse che era allarmismo ingiustificato. I capi populisti sono quelli che hanno dato la prova peggiore”. https://t.co/yFThgX6s60
— La7 (@La7tv) May 28, 2020