Conti in rosso per Forza Italia: Berlusconi alle prese con pignoramenti e debiti

“Se non ci fosse il presidente Berlusconi a mettere mano continuamente al portafoglio, Forza Italia avrebbe portato già i libri in tribunale”.
Così un big azzurro di lungo corso, fotografando lo stato di salute di Fi alla luce dell’ultimo bilancio, relativo al 2019, dal momento che il partito assediato dai debiti, sarebbe a rischio fallimento.
Spulciando le carte si scopre, infatti, che il rendiconto finanziario del movimento chiuso al 31 dicembre scorso presenta un disavanzo di 2 milioni 456mila 859 euro con conseguenze negative sul patrimonio netto, che subisce una ”perdita progressiva, passando dai 97 milioni 273 mila 758 euro del precedente esercizio” agli attuali 99 milioni 730 mila 617 euro.
A lanciare l’allarme è il tesoriere forzista, tecnicamente l’amministratore nazionale, nonché commissario, il senatore Alfredo Messina, che nella relazione gestionale scrive: ”L’anno in esame evidenzia, dopo due consecutivi esercizi molto positivi, dei risultati economici e finanziari largamente insoddisfacenti, come si rileva dal considerevole disavanzo dell’esercizio subito e dal parallelo netto incremento dell’indebitamento finanziario complessivo”.
“La gestione di quest’ultimo – ha precisato Messina – ha come di consueto presentato molteplici criticità nell’arco dell’esercizio, anche perché negativamente condizionata dalla indisponibilità delle risorse pignorate in continuo corposo aumento i cui importi eccedono complessivamente, in misura cospicua come stabilito dalle leggi in materia, i relativi debiti emergenti: al termine dell’anno 2019 il loro ammontare era di circa 4,5 milioni di euro, in crescita del 30 per cento rispetto alla fine del 2018, dove l’importo in oggetto era di circa 3,5 milioni di euro”.
Anche “nell’anno 2019”, ha sottolineato Messina, “Fi non ha potuto di conseguenza disporre di nuovi mezzi finanziari per 1 milione di euro, originati dal vincolo esistente sulle erogazioni relative alla contribuzione per la destinazione del due per mille dell’Irpef di competenza dell’anno in esame (euro 623.076), nonché dagli incassi provenienti dalle quote associative, affluite per la maggior parte su conti correnti indisponibili”.
A “compromettere poi il risultato economico dell’anno” e “ad aggravare la situazione finanziaria del nostro Movimento”, ha aggiunto, “ha concorso in modo determinante l’insufficiente afflusso della generalità delle contribuzioni e delle quote associative, che ha fortemente depresso l’ammontare totale dei proventi; la riduzione dei versamenti provenienti dai parlamentari e dai consiglieri regionali del nostro Movimento ne rappresenta la causa primaria, senza trascurare il minimo introito pervenuto dalle quote associative, importo che è di gran lunga il più basso da quando Forza Italia ha ripreso la propria attività politica a fine anno 2013”.