Boss scarcerati, Meloni attacca il ministro Bonafede: «Cerca di scaricare le sue colpe»

«Prima il governo spalanca le porte del carcere per i boss mafiosi, poi tenta di riparare al danno con la burocrazia, introducendo con un nuovo decreto un contorto meccanismo di scambi di pareri tra magistrati prima di decidere l’eventuale concessione dei domiciliari. Un modo come un altro per non assumersi la responsabilità dei propri errori, e non dire chiaramente che i capimafia reclusi al 41bis non possono tornare a casa con il pretesto del coronavirus».
Così su Facebook la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
«Con i nostri parlamentari abbiamo denunciato da subito le responsabilità del direttore del Dap Basentini, che ha avuto l’onestà di dimettersi, e quelle del ministro Bonafede che, molto meno dignitosamente, ha saputo soltanto scaricare le colpe sui magistrati», ha spiegato Meloni.
«Il governo avrebbe potuto bloccare le scarcerazioni semplicemente cancellando l’articolo 123 del “Cura Italia”, che, come effetto indiretto, ha portato a un sostanziale indulto di cui hanno beneficiato alcuni tra i più pericolosi capimafia», ha concluso.
Nei giorni scorsi, Meloni aveva denunciato, sempre sui social, «lo scandalo delle scarcerazioni eccellenti di boss mafiosi senza che Conte e Bonafede muovano un dito per fermare questo scempio. Ed è vergognosa la gestione di tutto questo da parte del direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Basentini, che dovrebbe avere la decenza di rassegnare le sue dimissioni. Le chiacchiere stanno a zero e bisogna intervenire immediatamente perché è insopportabile che lo Stato si arrenda in questo modo alla criminalità organizzata e permetta a criminali senza scrupoli di utilizzare l’emergenza sanitaria per uscire di galera.».