Boldrini: ‘L’iniziativa di Di Maio di bloccare l’esportazione di armi alla Turchia è positiva. Se riuscirà a farlo sarà un’ottimo risultato’

“Lo strumento indicato da Di Maio per bloccare le esportazioni degli armamenti verso la Turchia è il decreto interministeriale. La cosa positiva è che Di Maio ha aperto su questo punto, il che non era scontato, perché non credo che molti altri partner europei abbiano affermato di bloccare anche i contratti in essere in questo momento. Se si riuscirà a fare questo, sarà un ottimo risultato”.
Lo ha detto la piddina Laura Boldrini che vede in maniera molto positiva l’iniziativa del leader pentastellato Luigi Di Maio.
“Nelle mie dichiarazioni ho cercato di far presente al ministro Di Maio l’importanza di non rimandare – prosegue Boldrini -. Peraltro, abbiamo già fatto un’operazione del genere per la guerra in Yemen, cioè abbiamo già bloccato i contratti di armi in essere con l’Arabia Saudita. Quindi, si può fare, è la strada giusta. Dopodiché, nel prossimo Consiglio Europeo, dovremmo cercare di avere un po’ più di contenuti in merito all’azione da intraprendere”.
Boldrini afferma anche che “E’ stato fatto un primo passo a livello europeo, per fortuna all’unanimità, e neanche questo era scontato”.
“Ma bisogna andare oltre -continua l’esponente dem -, bisogna considerare possibili sanzioni, valutare l’interruzione dei contributi alla Turchia, che erano stati negoziati per il trattenimento dei rifugiati siriani”.
“Non bisogna soccombere ai ricatti di Erdogan – afferma l’ex presidente della Camera-. L’Ue non può assolutamente soggiacere a una figura come Erdogan, che ultimamente non rispetta i principi democratici. Sarebbe una macchia molto grave se noi accettassimo l’invasione della Turchia in un altro territorio, senza mettere in campo tutte le misure previste dal diritto internazionale”.
“Io ho chiesto che le truppe italiane vengano ritirate dalla Turchia immediatamente, e cioè prima della scadenza dell’accordo, che è a dicembre” dice la Boldrini.
Secondo l’esponente del PD “la Nato dovrebbe essere un po’ più risoluta nelle affermazioni, non come ha fatto in modo molto blando Jens Stoltenberg, che ha richiamato il senso di proporzionalità nell’uso della forza. Ma qui non c’è un’azione difensiva. C’è uno Stato membro che non si è difeso, ma ha attaccato. E la Nato si basa su altri principi, non certo su quello dell’attacco”.
La deputata ha parole anche per il ruolo della Russia nella vicenda: “La Russia si è ricavata un spazio bello e consistente di influenza regionale. Ha giocato un ruolo importante, anche in assenza di altri partner. Lo stesso Trump, di fatto, non ha mai avuto una posizione chiara. E la sua decisione di ritirare i militari è stata estremamente cinica, perché ha dato alla Turchia il via libera per intervenire, tradendo il popolo curdo che, in alleanza con gli Usa, era riuscito ad arginare l’offensiva e l’avanzata di Daesh nella regione. Putin si è allargato e ha condizionato molto l’esito di questa vicenda”.