Appalti truccati, arrestato sindaco di Premariacco (Udine)

Roberto Trentin, sindaco del Comune di Premariacco (Udine) è stato posto agli arresti domiciliari, e altre cinque persone sono state arrestate, nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza di Udine su irregolarità nella gestione degli appalti del Comune, assieme a quello di Torreano, altra località friulana alle porte di Udine.
L’Ansa riporta che «oltre alle misure cautelari, le Fiamme Gialle hanno eseguito 22 perquisizioni e sequestri presso uffici pubblici, imprese, professionisti e abitazioni private. Gli altri indagati sono i responsabili dell’ufficio tecnico dei Comuni di Premariacco e Torreano, posti ai domiciliari, mentre due imprenditori e un architetto sono stati destinatari del divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione».
Tra gli altri 11 indagati figurano anche la vicesindaco di Premariacco Dolores Zuccolo, un consigliere e il segretario comunale del Comune, il comandante della Polizia Locale dell’Unione Territoriale Intercomunale Natisone, altri tre imprenditori e quattro privati, due per una donazione fittizia e due per la falsificazione di un testamento.
I reati contestati a vario titolo sono di turbativa d’asta, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, traffico di influenze illecite, peculato d’uso, truffa aggravata ai danni di un ente pubblico, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità in testamento olografo e omessa denuncia di reato da parte di un pubblico ufficiale.
Leggiamo su Udine Today che «l’attività ha preso origine lo scorso anno dalla segnalazione di un dipendente comunale non disposto a soddisfare le indebite pressioni e sollecitazioni che gli giungevano dal sindaco, dal vicesindaco e da un consigliere comunale di Premariacco e, proprio per questo, sostituito con un funzionario maggiormente compiacente. Ne è seguita un’indagine condotta non soltanto attraverso la ricerca di puntuali riscontri documentali, ma anche facendo ricorso allo strumento delle intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che all’utilizzo di un captatore informatico da remoto (trojan) all’interno dello smartphone di uno degli indagati».