I farmaci contro il raffreddore sono i più utilizzati durante la stagione invernale ma scatta l’allarme: possono provocare ictus e infarto.
La stagione invernale è quella in cui è più probabile beccarsi un raffreddore. Quando si avvertono i sintomi, i farmaci contro il raffreddore possono riportare la situazione alla calma. Fra i medicinali più comuni e utilizzati ci sono quelli che si somministrano oralmente.

Proprio su questi però è stato lanciato un allarme dato che i farmaci vasocostrittori a base di pseudoefedrina e a somministrazione orale, potrebbero provocare il rischio di infarto miocardico e ictus.
L’allarme sui farmaci contro il raffreddore: possono provocare ictus e infarto
L’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (Ansm) ha lanciato l’allarme sui farmaci contro il raffreddore che si somministrano in via orale. La Facoltà di Medicina Generale, il Consiglio Nazionale degli Otorinolaringoiatri Professionali, nonché l’Ordine Nazionale dei Farmacisti e i sindacati dei farmacisti comunitari (Unione dei sindacati dei farmacisti comunitari e Federazione dei sindacati farmaceutici di Francia) si associano a quanto detto ed infatti in una nota dell’Agenzia si legge: “Non utilizzare forme orali di farmaci vasocostrittori per alleviare i sintomi del raffreddore, nasofaringite benigna di origine virale”.

Il rischio è basso ma riguarda eventi gravi e indipendenti dalla dose e dalla durata del trattamento. L’Ansm sconsiglia l’uso di questi farmaci perché non essenziali, anche sulla base di casi di sindromi da encefalopatia posteriore reversibile (Pres) e sindromi da vasocostrizione cerebrale reversibile (Rcvs) dopo l’assunzione di un vasocostrittore orale contenente pseudoefedrina. Questi farmaci sono disponibili anche in altri Paesi europei e per questo l’Ansm ha richiesto la loro rivalutazione a livello europeo sulla base di questi nuovi dati.
La stessa Ema (l’Agenzia europea per la valutazione dei medicinali), infatti, proprio su richiesta dell’Agenzia francese, all’inizio del 2023 ha avviato una revisione dei medicinali contenenti pseudoefedrina usati per trattare la congestione nasale dovuta a raffreddore, influenza o allergia. Il professor Antonio Rebuzzi, docente di Cardiologia all’Università Cattolica di Roma, ha dichiarato che “I farmaci utilizzati per curare i raffreddori sono nella maggioranza vasocostrittori. Non è quindi pensabile che un farmaco, assunto sia per via orale o spray, abbia effetto solo sulla mucosa nasale. Sappiamo già da tempo che questi farmaci provocano in ogni caso un aumento della pressione e, in chi è coronaropatico, causare forme di angina”.
Il professore ha continuato dicendo che molte persone fanno un uso esagerato di questi farmaci arrivando a soffrire anche di problemi gravi. Un uso spropositato può, più che migliorare la situazione, farla diventare cronica (ad esempio una rinite). Rebuzzi ha concluso dicendo che “anche se stiamo parlando di farmaci mediamente non pericolosi, perché la quantità di principio attivo che assumiamo non è così elevata, alcune persone che soffrono di malattie cardiache e che hanno già crisi anginose sicuramente corrono rischi. Per cui, come sperimento nella mia pratica clinica, sconsiglio questi farmaci ai pazienti cardiopatici”.