Questi comportamenti non fanno bene se continui a sopportarli. Ecco come riappropriarsi del buon umore

Si chiamano “toleration”, ossia le cose che sopportiamo per il quieto vivere con gli altri; ma siamo davvero consapevoli delle conseguenze?

Che sia il collega che accende sempre l’aria condizionata sapendo che ci fa male, o semplicemente quel coinquilino che lascia puntualmente il bagno del caos, sarà capitato a tutti di chiudere un occhio per il quieto vivere su alcuni atteggiamenti che in realtà, ci fanno proprio imbestialire. Ecco, partiamo dal presupposto che la tolleranza è una virtù, ma se questa diventa motivo di malessere, allora vuol dire che bisogna fare un passo indietro e capire qualcosa in più su di noi e sul rapporto con gli altri.

Tollerare troppo fa male
La tolleranza può nuocere alla salute, ma come comportarsi? – notiziapolitica.it

Se un bambino lascia sempre il cucchiaio sporco sul tavolo è un discorso, ma fatto in maniera frequente da un adulto è un altro. A questo punto non si tratta di sporadica dimenticanza, ma di atteggiamenti recidivi che comportano, per esempio, la nostra perdita di tempo nel fare azioni che spettano agli altri (mettere il cucchiaio sul lavello). Queste, seppur piccole tolleranze, a lungo andare possono far sì che vi sia una vera e propria crisi di nervi improvvisa per motivi apparentemente banali. Eliminare il problema alla radice può risultare facile a dirsi e difficile a farsi, proprio per questo Francesca Zampone, coach delle relazioni a Milano, ci spiega dettagliatamente il motivo, nonché la soluzione per ovviare al problema.

La differenza tra tollerare e sopportare soprusi: come iniziare a “buttare via” ciò che ci fa del male

Certe cose, “si continua a mandarle giù” spiega Zampone, fondatrice della scuola di coaching e formazione l’Accademia della Felicità. “Il problema è che più le si manda giù più loro ‘tornano su’!”. E quando questo accade, l’equilibrio apparente su cui si basa il rapporto con l’altra persona, può realmente sgretolarsi. Non bisogna aver paura di rovinare una quiete tenuta in equilibrio dalle nostre ‘toleration’, ma è più importante guardare al proprio benessere psicofisico, indipendentemente dal motivo per cui tali atteggiamenti ci infastidiscono.

tolleranza, quando è troppo
Come smettere di “tollerare”: i consigli della coach – notiziapolitica.it

Ovviamente, se alcune cose lo necessitano, starà a noi capire perché ci danno talmente fastidio, ma questo non significa che non abbiamo il diritto di esprimere, con tutta la calma del mondo, le nostre necessità.

La coach Francesca ci svela alcuni esercizi per uscire dalla “toleration”: innanzitutto, è necessario stilare una lista delle cose che non sopportiamo, dalla più banale alla più importante; dopodiché, scegliere da che parte iniziare. “Basta dirsi sinceramente che cosa ancora si vuol continuare a sopportare, almeno per un po’ e per che cosa invece ormai siamo arrivati al punto di non ritorno”. Dopo aver fatto questo esercizio, si può iniziare a buttare via qualcosa: dal divano scomodo, a quel vestito che non ci fa stare bene. Sebbene non sia possibile gettare via la suocera, si può iniziare, per esempio, imponendo dei limiti di tempo. Se si decide di vedere quella persona una volta a settimana per un’ora, questo obiettivo andrà rispettato.

Il benessere psicofisico è la cosa più importante, e mettere dei paletti a qualcuno, o semplicemente esponendo in maniera tranquilla il proprio fastidio, non ha mai fatto del male a nessuno; anzi, è il gesto d’affetto più grande che possiamo fare a noi stessi.

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