Mega tassa europea sulla casa da 50.000 euro: le ultime novità che le famiglie attendevano

Negli ultimi mesi la tassa europea sulla casa da 50 mila euro sta terrorizzando le famiglie italiane per molteplici motivi.

Da un lato la spesa vera e propria, dall’altra la svalutazione degli immobili e, conseguentemente anche questioni connesse ai mutui. Una sorta di reazione a catena che potrebbe determinare un’implosione vera e propria. La Direttiva case green ha ottenuto il via libera a marzo, il documento è stato quindi discusso a giugno. L’Unione europea con questo provvedimento ha, come obiettivo finale, la volontà di ridurre l’inquinamento e anche il consumo di energia derivante dagli immobili.

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Tassa sulla casa, le novità (notiziapolitica.it)

Per questo ha stabilito che gli edifici dovranno progressivamente convergere al miglioramento delle prestazioni energetiche con una serie di paletti, ad esempio classe E entro il 2030, classe D entro il 2033 fino ad arrivare al 2050 all’efficienza totale. In questo quadro ci sono poche condizioni per cui è possibile prescindere, solo il 15% degli edifici di ogni nazione potrà godere di un pass nonostante i mancati lavori, ad esempio gli istituti di culto, gli edifici storici e dei beni culturali, chiese, abitazioni inferiori ai 50 metri quadri, seconde case poco utilizzate, edifici delle forze armate.

Tassa europea Case Green: cosa sta accadendo

Il problema è che, per andare a ristrutturare l’immobile è richiesta una spesa di almeno 50 mila euro. Si tratta infatti di una grande ristrutturazione e non un piccolo elemento come sostituire la caldaia oppure eliminare i prodotti a gas. Ciò fa tremare quindi le famiglie che percepiscono questa direttiva come un obbligo a dover spendere soldi che richiedono investimenti notevoli e, talvolta, impossibili.

Mega tassa europea
Mega tassa europea, cosa sta accadendo (notiziapolitica.it)

Le attese per la direttiva europea sull’edilizia sono tantissime e soprattutto la cittadinanza attende di comprendere in che modo si muoveranno le cose e quali saranno i provvedimenti da dover eseguire in questo senso. La preoccupazione è direttamente per gli immobili ma anche, indirettamente, per quello che riguarda la svalutazione che questi potrebbero subire.

La questione è relativa agli standard minimi di prestazione energetica che stabiliscono l’obbligo di andare a migliorare gli edifici almeno del 15% laddove ci siano le prestazioni inferiori. Questa proposta arriva a livello europeo ha destato la preoccupazione di Paesi come l’Italia dove si contano molti edifici datati e soprattutto l’approccio economico. Una richiesta di questo tipo infatti incombe sulle famiglie che dovrebbero, a proprie spese, andare e ristrutturare casa ed è una cosa spesso non applicabile.

Secondo le voci circolanti quindi si sarebbe scelto di abolire il vincolo, almeno per il momento, delle ristrutturazioni obbligatorie, volgendo lo sguardo ad altre prospettive quindi trovando un punto di incontro che possa realmente badare all’efficientamento energetico ma anche alle casse.

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